In piazza i baby-contestatori Gli universitari restano a casa

Ancora una giornata di traffico in tilt. Questa volta la colpa è del corteo degli studenti che annunciano un autunno caldo di proteste. Molti i momenti di tensione ieri per gli scontri con le forze dell’ordine, i soliti vandali contro vetrine e muri delle banche. A cominciare dalla sede di Uniredit in piazza Cordusio. Con una novità, questa volta, l’assalto a Moody’s, l’agenzia di rating che ha recentemente declassato l’Italia. Giovanissimi in corteo già intruppati nella gran caciara che consente di perdere un giorno di scuola e studenti universitari che mollano la protesta anti-Gelmini e in piazza nemmeno si fanno vedere. «Non mi stupisco - spiega Carlo Armeni, rappresentante degli studenti nel senato accademico e vice presidente nazionale di Azione universitaria - La battaglia inscenata l’anno scorso dai collettivi di sinistra annunciando la fine dell’università ormai non è più credibile». Fumogeni che rendono acre l’aria, secchiate di vernice e uova contro l’ingresso della sede milanese di Moody’s in corso di Porta Romana, mentre un gruppo è bloccato nell’atrio.

«Squali della finanza, speculatori sulle nostre vite», è lo striscione srotolato prima di riprendere la marcia lasciando sacchi della spazzatura per strada e incollando cartelli «Not our debt». Davanti alla sede di Bankitalia quelli del collettivo Labout appendono uno striscione: «Bce e Bankitaglia chiudono, via i Draghi speculatori, non pagheremo i vostri debiti».

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