Piazza di Savignone, venerdì ore 21: il trionfo dei lettori

(...) Soprattutto, Simonetta e suo marito sono, in qualche modo, l’incarnazione di quel che sono i nostri lettori: hanno preso questo albergo, in un palazzo nobiliare, e l’hanno ricostruito pezzo per pezzo, legge per legge, burocrazia per burocrazia, trasformandolo in un gioiellino. Come se i Fieschi fossero davvero tornati.
Ecco, per questi e per tanti altri motivi, non è un incontro qualunque quello di venerdì sera alle 21 a Savignone. Soprattutto, è un incontro un po’ diverso dai primi due organizzati dagli infaticabili Marco Marchionni e Francesca Gnocchi, il primo qui in redazione e a luglio in salita Mascherona. Stavolta, infatti, parleremo di noi. Sarà una festa per i lettori e gli amici del Giornale, l’occasione di incontrarci dopo l’estate e, in qualche caso, di stringerci la mano e guardarci negli occhi (due fra le cose più belle della vita) conoscendoci per la prima volta di persona, dopo esserci conosciuti tutti i giorni sulle nostre colonne.
E lo spirito con cui vi state preparando all’incontro è proprio questo. Venerdì scorsa, ad esempio, quando abbiamo dialogato a Palazzo Tursi con Marcello Veneziani e Sergio Maifredi sulla «rappresentazione dell’odio», nell’ambito della rassegna organizzata da Teatri Possibili Liguria, i signori che mi hanno fatto segno che «ci vediamo venerdì», prima di lasciare la sede del Comune, facevano chiaramente parte di una famiglia. Non c’era bisogno di nient’altro, se non di un cenno di intesa, proprio come succede a casa.
«Noi ci saremo». E non c’è bisogno di altre parole. E poi quelli che confermano, come negli inviti vip degli rsvp o, semplicemente, come si fa quando si è molto educati. Dopo le adesioni dell’altra volta e precisato che non occorre telefonare o scrivere per essere ben accolti, ma basta venire direttamente a Palazzo Fieschi, sono già in tanti quelli che si sono prenotati: Enrico Cimaschi, presente; Luciano Ardoino e signora, presenti; Gibì De Paoli, presente («scenderò apposta da Varese Ligure»); Claudio Gambarotta, presente; Gianluca Fois e Tiziana Notarnicola, ok; Roberta Bartolini («mi sento di appartenere a quella del Giornale e ne sono affezionata in modo incredibile»); Gino Pittaluga ha chiamato da Sant’Olcese per dire che lui ci sarà, anche perchè, in qualche modo, siamo a casa sua, in «zona». Di Giò Barabino e della sua bellissima lettera leggete qui sotto; Giuliana Guaglio ed Enrica Carrea, che non si erano mai viste nè conosciute, saliranno insieme in macchina. Così come continua la lista anche di coloro che hanno già mandato la giustificazione, come si fa quando si sente il dovere e il piacere di esserci. I primi che hanno portato il libretto firmato li abbiamo già nominati l’altro giorno; ora se ne aggiungono altri: Francesco Tappani da Chiavari ci spiega che è fuori Genova per lavoro e, dispiaciutissimo, ringraziandoci per la nostra forza «da trascinatori», aggiunge: «Non ce l’ho proprio fatta a rinviare l’impegno». E Giacomo Pronzalino, uno che finora c’è sempre stato, sarà in montagna «ma è come se fossi lì con voi e, nell’augurare a tutti una bellissima serata, mi prenoto per quelle che verranno».
Certo, perchè poi ci saranno anche gli amici della Valle Scrivia, molti dei quali nuovi ingressi e poi - se appena i dolori degli ultimi giorni glielo permetteranno - anche Roberta Simonazzi. Una che c’è, c’è sempre e dimostra regolarmente l’amicizia sua e dei suoi amici anche quando ci tira benevolmente le orecchie, cosa di cui la ringraziamo pubblicamente.
Insomma, un popolo. Una squadra di persone perbene che si riconosce in qualcosa, pur pensandola diversamente su tante vicende. E mi scuso se gli elenchi - mi sa che siamo al terzo - sono un po’ lunghi, ma il vostro calore e la vostra amicizia meritano queste righe e molto altro. Soprattutto, perchè stiamo parlando di qualcosa che non ha nulla a che vedere con la politica politicante o partitica, ma moltissimo con il senso di appartenenza a qualcosa. A un popolo della libertà rigorosamente con la minuscola, senza leader e leaderini e senza simboli. In questo quadro, devo dire che mi ha fatto molto piacere il messaggio del capogruppo del Pdl, quello con la maiuscola e i bollini, in Regione Matteo Rosso che ha bussato: «Toc, toc. Posso venire ad ascoltare?». La risposta, ovviamente, è sì, anche per la motivazione scelta: «Mi pare un atto di rispetto e di riguardo nei confronti dei lettori e della famiglia del Giornale».
Ultimo particolare, tecnico: sono in tanti a informarsi per un passaggio in auto. Cercheremo di venire incontro a tutti.

Ma, intanto, un primo appuntamento auto-convocato, nel senso letterale della parola, è alle 20, in piazza della Vittoria, sul lato vicino alla sede del Giornale, dove fermano gli autobus. Nei prossimi giorni aggiungeremo ulteriori particolari.
Ma un passaggio è garantito per tutti. Nelle famiglie, funziona così.

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