Piccola di due mesi salva grazie al cuore di una bimba di sette

È il primo trapianto in Italia eseguito con donatore e paziente così giovani

Marisa de Moliner

Piccolissime eppure al centro di un grande evento. Un evento che soltanto una di loro conoscerà un giorno. Ma il fatto di non sapere d'essere stata una delle due protagoniste non la rende meno importante. Anzi. È a lei, un esserino di sette mesi, che si deve la salvezza di una bimba del peso di quattro chili nata a Ferrara soltanto due mesi fa che ha avuto gravissimi problemi di salute: era vittima di una cardiomiopatia ipertrofica. A salvarla è stata la co-protagonista di questa vicenda, che è deceduta per anossia cerebrale. Se per questa piccola e per i suoi genitori il 2005 s'è chiuso nel modo peggiore, per la bimba di due mesi il nuovo anno è iniziato nel modo migliore: salvata in extremis dal cuore della sfortunatissima bambina. Quest'atto di generosità verrà ricordato per la sua eccezionalità. È, infatti, il primo trapianto di cuore in Italia che ha per protagoniste due bimbe in così tenera età. Questo non è però l'unico motivo che rende l'intervento chirurgico straordinario. Ce n'è un altro: quello di essere l'ultimo di tredici trapianti che hanno fatto parte all’ospedale bolognese Sant'Orsola Malpighi di una vera e propria maratona. Basti pensare che tra Natale e San Silvestro sono stati effettuati ben tredici interventi. E, a proposito di numeri, il trapianto del 31 gennaio è stato il ventunesimo praticato dal professor Gaetano Gargiulo su bambini piccolissimi. Mai prima d'ora però il cardiochirurgo del Sant'Orsola era intervenuto su bimbi di così pochi mesi.
È stata sicuramente una delle fini d'anno più impegnative ma anche soddisfacenti del professor Gargiulo, che è stato affiancato nel delicatissimo trapianto alla Transplant city, come viene anche chiamato il centro trapianti del policlinico bolognese, da un'équipe di anestesisti diretta dal professor Gerardo Martinelli. Il delicatissimo intervento è durato due ore, durante le quali il professor Gargiulo è stato impegnato dall'espianto del cuore della bimba di sette mesi all'impianto in quello della piccola che era in pericolo di vita. La bimba affetta da cardiomiopatia ipertrofica, un ingrossamento del cuore che le procurava ripetuti arresti cardiaci, non si sa quanto tempo avrebbe potuto resistere in attesa di un cuore nuovo. Il trapianto sembra averla salvata. La prognosi non è stata ancora sciolta, ma i medici sembrano fiduciosi. «Potrebbe già essere sciolta nel giro di ventiquattr'ore - ha dichiarato ieri pomeriggio Gaetano Gargiulo -, domani potrebbe essere già svezzata dal respiratore».
I genitori della piccola ferrarese quest'inizio d'anno lo vivono in trepidazione e speranza, immensamente grati a quel padre e a quella madre che, provati da un dolore immenso, hanno compiuto un gesto di enorme generosità. Una donazione che ben altre dodici sfortunate famiglie hanno autorizzato al Sant'Orsola Malpighi in questo periodo di festività natalizie. Un gesto di solidarietà cui non si sono sottratti i genitori di questa bambina bolognese di sette mesi deceduta per asfissia. Il suo fegato è stato trapiantato all'ospedale Molinette di Torino a una piccola milanese di cinque mesi. Si è trattato di un intervento molto più lungo del trapianto di cuore al Policlinico di Bologna. È durato, infatti, dalle 18 di San Silvestro all'alba del giorno dopo, l'intervento effettuato dal chirurgo Mauro Salizzoni e dai suoi assistenti Fabrizio Gennari e Renato Romagnoli assistiti dall'anestesista Elisabetta Cerruti. Per i camici verdi non è stata l'unica festività trascorsa quest'anno in sala operatoria. Anche a Natale si sono ritrovati con i bisturi in mano. Ma all'alba del nuovo anno, anche se stremati dal lungo intervento, i chirurghi si sono scambiati gli auguri, come racconta lo stesso professor Salizzoni. «Li abbiamo rivolti - dice - anche alla piccola che avevamo sul lettino operatorio».

Il nuovo anno per la bimba milanese che soffriva di una malformazione congenita grave, e precisamente un'atresia biliare, pare essere iniziato bene. Il trapianto è riuscito perfettamente. Adesso c'è solo da sperare che non ci siano crisi di rigetto.

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