Roma «Non ho mai detto di voler lasciare I Cesaroni. Mi sono semplicemente chiesta: stanno già preparando la quarta serie, cos’altro avrà da raccontare il mio personaggio?». Qualcuno la definirebbe strategia; qualcun’altro presunzione. Quale che sia il motivo, a ragionare così sono solo i divi. E nonostante abbia solo 23 anni, e una formazione professionale ancora in crescita, Alessandra Mastronardi diva lo sta diventando sul serio. Gli occhioni di velluto e il sorriso radioso (dal debutto in Prova a volare con Scamarcio, attraverso innumerevoli spot pubblicitari, fino alla serie Sky su Romanzo criminale) hanno decisamente colpito. Il blog che segue la sua storia d’amore ha raccolto oltre diecimila visitatori. Sta per uscire un libro che - sintomaticamente - non s’intitola I Cesaroni, ma Eva e Marco. Il produttore Carlo Bixio afferma: «I momenti più seguiti della fiction sono quelli in cui appare lei, assieme a Stefano Branciamore». E lei stessa, alla partenza della terza serie (da venerdì su Canale 5) può permettersi di dubitare se parteciperà o meno alla quarta. Proprio come farebbe una star. «Non credo che a un personaggio si debba dire di sì per principio. E neppure di no - spiega -. Ma io trovo che a lungo andare i personaggi si stanchino. Che rischino di diventare ripetitivi. Così deciderò se essere un’altra volta Eva solo quando avrò letto la nuova sceneggiatura».
Per adesso, e come sempre, a fare da filo conduttore lungo le chiassose avventure della divertente famiglia romana capeggiata da Claudio Amendola ed Elena Sofia Ricci, ci sarà il problematico amore fra i due fratellastri. «Tutti mi chiedono cosa succederà di loro; come andrà a finire. Posso rivelare solo che, tra i su e giù del suo rapporto con Marco, Eva finirà per rimanere incinta. Ma non chiedetemi di chi». L’avventura di Alessandra Mastronardi iniziò che aveva solo 11 anni: «Da bambina facevo piccole parti in varie fiction, Un medico in famiglia, Un prete fra noi. Era un bellissimo gioco. Cominciai a pensarlo come un lavoro solo verso i 18 anni. Oggi è una passione sfegatata». Affrontata, opinione unanime fra gli addetti lavori, con determinazione e serietà: «I tre anni sul set dei Cesaroni sono stati per me tre anni di studio, di apprendimento. Non ho mai frequentato scuole di recitazione: sto crescendo, a livello professionale come umano, in diretta, davanti alle telecamere».
Che è brava glielo dicono gli altri, ma lei non vuole nemmeno pensarci. «Brava lo sarò più in là, forse, se nel frattempo avrò saputo imparare». E i complimenti le fanno piacere anche quando non sembra crederci troppo. «Il mio pubblico è tutto più giovane di me. A quell’età colpiscono altre cose. Se piaccio ai miei coetanei? Ma al venerdì sera chi ha vent’anni non resta in casa, davanti alla tv. Esce a divertirsi». Sembra così seria e volenterosa che oggi, quando le chiedono un autografo, la più imbarazzata è proprio lei. «Ricordo il primo autografo che chiesi io. A Kim Rossi Stuart. La prima volta che l’hanno chiesto a me, invece, mi domandai: ma è solo una firma su un pezzo di carta. Ma che se ne farà?».
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