Il piccolo è caduto da una finestra del primo piano della residenza di Portofino a strapiombo sul mare: qui cinque anni fa la contessa precipitò dal giardino Villa Altachiara maledetta: grave il figlio di Raggio Il bimbo di 3 anni ricoverato in prognosi

I genitori lo hanno perso di vista e lui ha scavalcato il cornicione

Diego Pistacchi

da Genova

C’è la storia della maledizione del faraone. Ma c’è anche un bimbo di tre anni in sala di rianimazione all’ospedale Gaslini. Da due giorni è in condizioni disperate. È figlio di Maurizio Raggio, l’ex fidanzato della contessa Vacca Agusta. Ed è anche caduto a Villa Altachiara, la residenza da cui scomparve misteriosamente la nobildonna l’8 gennaio del 2001. E dove un secolo fa morì, sempre per una caduta da una ripida scaletta, una nipote di lord Carnarvon, scopritore della tomba di Tutankamen e costruttore della splendida villa da 40 stanze che domina Portofino.
Ce ne sarebbe abbastanza, ma non ha tempo per pensare a queste cose, Maurizio Raggio, che da due giorni non si allontana dalla porta della cameretta del figlio Aronne. «Mi scusi, arrivederci», trova la forza di dire con estrema cortesia prima di chiudere il telefonino. Figurarsi se sta valutando la decisione di lasciare per sempre la villa «maledetta». Si vedrà, per questo c’è tempo. È da cinque anni e più che litiga a colpi di carte bollate per tenersi la casa dei sogni, per liquidare gli altri eredi della contessa con gli accordi o con le cause, che resiste lassù, sul promontorio di Portofino, con la sua famiglia. Che adesso è formata da Rocìo Saldivar, splendida messicana con cui è sposato da due anni, e da Aronne, il bimbo che da tre anni anima quelle stanze popolate da troppi fantasmi. Ma Maurizio Raggio adesso non ha tempo per gli avvocati e spera solo di vedere un sorriso abbozzato sul volto di un medico del Gaslini.
Lì, all’ospedale pediatrico genovese, c’è arrivato bruciando qualsiasi limite di velocità mercoledì mattina. Accanto a lui, la moglie che temeva in braccio Aronne. Immobile e gemente. Era appena caduto dalla finestra, dal primo piano, da tre metri. Un volo terribile per un bimbo di soli tre anni, che per un istante era riuscito a sfuggire al controllo di mamma e papà. È andata certamente così, lo dicono anche i carabinieri. Stavolta a Villa Altachiara non c’è alcun mistero. E, per fortuna, c’è anche la speranza che la maledizione non voglia arrivare fino in fondo. Stavolta c’è una piccola differenza, che aiuta anche chi in fondo a certe cose, ci crede. Aronne è caduto a Villa Altachiara, ma Francesca Vacca Agusta e ancora prima, agli inizi del ’900, la nipote di Lord Carnarvon, erano morte precipitando in mare.
Questa è stata anche la versione definitiva della magistratura e dei carabinieri del Ris a proposito del giallo della contessa. Le incongruenze riscontrate fin da subito nelle indagini erano state superate dalla conclusione che quella della disgrazia era la spiegazione più probabile. Che la nobildonna fosse scivolata dalla scogliera, perché non c’erano altri punti dai quali poter finire in mare. Il ritrovamento del cadavere in Francia, vicino Tolone, due settimane dopo, lasciava aperto qualche dubbio sui «giochi» delle correnti, ma teoricamente era possibile che fosse arrivato fino là con quei tempi. Alla fine tutto si era concluso con un’inchiesta archiviata per disgrazia. E quindi con l’inizio della battaglia per l’eredità, tra Raggio, il messicano Tirso Chazaro, ultimo fidanzato della contessa, Domenico Vacca Graffagni, fratello della scomparsa, e Rocky Agusta, il figlio della nobildonna.

Tutti volevano Villa Altachiara, passata tra un testamento e l’altro (in totale erano sei) nelle mani di tutti i protagonisti. Alla fine l’ha spuntata lui, Maurizio Raggio, che ci si è trasferito con la famiglia. Fino all’ultima maledizione della villa.

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