
C'è un recondito angolo d'Italia, affacciato sul lago prealpino di Lugano, in cui il tempo si è fermato custodendo un "mondo antico" incurante del passare delle stagioni, del succedersi delle generazioni, del mutare dei paesaggi, delle trasformazioni politiche e sociali, delle mode più o meno effimere. Il piccolo borgo di Oria, nel comune di Valsolda sulla sponda comasca del Ceresio, sembra sospeso nel rispettoso e ammirato ricordo del romanziere Antonio Fogazzaro, che nella più incantevole delle sue ville trascorse buona parte della vita e ideò a fine Ottocento l'esemplare "Piccolo mondo antico", ambientato proprio in questi luoghi. Oggi Villa Fogazzaro Roi, inserita in uno splendido contesto naturale e raggiungibile grazie a un sentiero che collega la strada principale con le rive del lago, è fra i tesori del Fondo per l'Ambiente Italiano e ospita venerdì primo, 8 e 15 agosto, dalle ore 18 alle 22, tre suggestivi appuntamenti nell'ambito delle "Sere FAI d'Estate": il programma "Visite al lume di candela e picnic nell'Orto" propone straordinarie aperture serali della Villa con tour guidati allietati dalla lettura di brani tratti dalle opere di Fogazzaro e da racconti a lui ispirati. Al termine del percorso c'è la possibilità di gustare un delizioso cestino (su prenotazione) nel giardino Orto di Franco.
Nato da un'agiata famiglia vicentina di solide radici cattoliche, Fogazzaro dimostrò fin da bambino un carattere introverso, sensibile e riflessivo. Non stupisce dunque il suo amore per la residenza estiva di Oria e per le sue atmosfere senza tempo, fra le acque verdi e calme, il profumo potente e gentile dell'olea fragrans e le lunghe ombre dei monti incombenti, che già nel primo pomeriggio "oscuravano rapidamente la costa precipitosa", come ricorda lo scrittore in una sua pagina celebre.
La dimora venne costruita nell'Ottocento da Carlo Fogazzaro, nonno materno di Antonio, intorno a una struttura più antica, e fu successivamente trasformata dal padre Mariano. Si sviluppa su diversi livelli digradanti verso il lago ed è caratterizzata dalla muratura in pietra intonacata e dal grande arco che sormonta una piccola darsena (dove nel romanzo morì annegata Ombretta, figlia dei protagonisti Franco e Luisa), affiancato da un giardinetto pensile e da una graziosa terrazza su pilastri. Tra i locali all'interno si conserva praticamente intatta l'Alcova, studio dello scrittore in cui si può vedere, fra ricordi, foto, carte e cimeli, lo scrittoio originale.
Di qui si passa alla biblioteca, al salone, alla galleria affrescata e all'elegante sala da pranzo, dove sono conservati i numerosi volumi appartenuti a Fogazzaro e al marchese Giuseppe Roi (detto Boso), suo pronipote. Fu proprio a quest'ultimo, tra gli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento, che si devono i lavori di ripristino e riallestimento dei vari ambienti. Per info e prenotazioni www.villafogazzaroroi.it