Per una notte intera lacqua del fiume Lambro ha tenuto in apprensione gli abitanti di Monza. Lallarme scatta laltra sera alle 22,30, il fiume si gonfia pericolosamente, la piena sfonda gli argini e scorre lungo le strade. Comincia la paura.
Ore 2,30 della notte tra martedì e mercoledì. Il Lambro esonda in pieno centro a Monza. Via Annoni, Via santuario delle Grazie Vecchie, le cantine delle case popolari di via Fabio Filzi. Acqua ovunque. Sul posto da ore ci sono i 60 uomini della Protezione civile, una ventina di carabinieri e i volontari di Monza Soccorso.
A coordinare il tutto il vicesindaco Dario Allevi e lassessore alle Politiche Giovanili Martina Sassola che sono rimasti sino alle 6 di ieri quando la situazione del tempo è migliorata e il fiume che taglia la Brianza è rientrato negli argini. Nel 2002, sono in molti a ricordarlo, per via della tracimazione ci scappò pure il morto. Questa volta invece ci sono stati solo danni alle auto in sosta, al magazzino Self Cart con gli abitanti delle case vicine alla riva costretti a rinforzare cancelli e serrande per evitare che lacqua arrivasse ai piani bassi delle abitazioni del centro storico. Il Lambro si è alzato di oltre un metro e venti centimetri.
«Abbiamo lavorato spiega Massimiliano Romeo assessore alla sicurezza fino alle cinque del mattino. Certamente il parco ha subito i danni maggiori. Siamo stati costretti a far confluire lacqua dove non ci sono esercizi commerciali e abitazioni». Quindici giorni fa si è tenuta unesercitazione della protezione civile proprio per affrontare queste emergenze. «Fortunatamente aggiunge Romeo non avevamo ancora restituito i salsicciotti gonfiabili alla provincia di Milano e quindi li abbiamo utilizzati per evitare di compromettere diversi palazzi e numerosi negozi del centro». In ogni caso per tutta la mattinata di ieri il traffico è andato in tilt. Code, intasamenti, automobilisti con i nervi a fior di pelle: per un tragitto di cinque chilometri hanno impiegato unora. Rami caduti, cartelli divelti, disagi alla circolazione.
Terminata la pioggia, il nord Milano ha iniziato a fare la conta dei danni provocati dal maltempo. Particolarmente critica la situazione a Cologno Monzese. Tra martedì e giovedì il Lambro è uscito dagli argini presso il ponte di via San Maurizio, lungo la provinciale che collega la città con Sesto, invadendo parzialmente le vie Lombardia, Monteverdi e Toti.
«Il Comune ha fatto il possibile per limitare i danni commenta il sindaco Mario Soldano Non è possibile però che per tre giorni di pioggia ci esondi il fiume sotto casa. Il Comune ha ottenuto da Stato e Regione oltre 2,5 milioni di euro per alzare gli argini. Ora è tempo che anche la Provincia e gli altri Enti facciano la loro, provvedendo a innalzare il ponte, che rappresenta il punto debole delle protezioni. Solo mettendo in sicurezza anche il ponte conclude - avremo messo in sicurezza la zona di San Maurizio».
Le cose non sono andate meglio a Rho e nel circondario. Due i corsi dacqua che, causa il maltempo, hanno fatto temere il peggio in numerosi comuni del nord ovest milanese. Nella città di Rho il torrente Bozzente è esondato in via San Martino, nella zona industriale, costringendo i tecnici a bloccare la viabilità ed a proteggere le abitazioni della via Magenta con sacchetti di sabbia. Montate anche passerelle in legno nei pressi delle scuole dellobbligo, per consentire il passaggio degli scolari.
Allagato anche il sottopasso di Corso Europa, larteria principale della città, chiuso per evitare agli automobilisti di rimanervi intrappolati come accaduto in passato. Non si registrano danni importanti alle proprietà: lesondazione è stata monitorata e tenuta sotto controllo per tutta la durata delle perturbazioni. Anche il fiume Olona, che attraversa numerosi comuni dellhinterland è rimato nel mirino della Protezione Civile, che ha continuato a tenere sotto controllo la situazione, percorrendo il lungofiume con i propri mezzi.
Le piogge abbondanti, ma anche la neve che si è sciolta a monte, hanno caricato il fiume di una portata dacqua impressionante, facendolo esondare nel tratto nord dove si segnalano alcune aziende, soprattutto agricole, allagate. Nessun problema invece nei centri abitati attraversati dal corso dacqua.
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