Amauri: presente. Del Piero: presente. Iaquinta: presente. Trezeguet: assente. La Juventus che stasera sfiderà la Fiorentina in un esordio di campionato con i fuochi d'artificio non potrà contare sul suo cannoniere principe. Fermato dal solito ginocchio traballante sul quale già tanto si è detto in queste prime settimane di stagione. Il nuovo malanno sarebbe stato accusato nell'allenamento di venerdì, rigorosamente a porte chiuse per volere di Ranieri che non intende far spiare il suo lavoro fin dall'antivigilia delle partite. Secondo quanto comparso ieri sul sito della società, il francese soffrirebbe di un lieve trauma distorsivo al ginocchio destro che ne ha consigliato il riposo fino a mercoledì. Ranieri, al contrario, ha parlato del «solito problema di cui soffre da anni», ovvero la già diagnosticata tendinopatia rotulea. «È colpa dell'umidità di quest'estate - ha aggiunto l'allenatore -. Visto che ci sarà subito la pausa, tanto vale non forzarlo. Preoccupato? No: ho quattro titolari e Amauri farà benissimo». Fatto sta che Trezeguet, eccezion fatta per il primo tempo giocato sabato scorso a Villar Perosa contro la Primavera, non mette piede in campo dal 12 agosto (andata dei preliminari di Champions contro l'Artmedia) e non segna da dieci giorni prima, quando la Juve batté 1-0 l'Arsenal a Londra. Il mistero quindi c'è ed è magari destinato a preoccupare qualcuno se non Ranieri, visto che da metà settembre in avanti i bianconeri saranno chiamati a giocare davvero ogni tre giorni e non potranno lasciare per strada punti né giocatori.
Oggi toccherà quindi probabilmente ad Amauri far coppia con Del Piero: proprio a Firenze, con la maglia del Palermo, il brasiliano ha segnato uno dei suoi più bei gol in carriera e ovviamente, se dovesse ripetersi, il buon Trezeguet finirebbe subito nel dimenticatoio o quasi. «La formazione non la do, anche se Mourinho ha annunciato nove undicesimi della sua squadra alla vigilia del match con la Samp - ha scherzato Ranieri -. Se giocherà Amauri, il nostro gioco non cambierà di molto: negli ultimi venti metri sono i campioni che seguono l'istinto e fanno la differenza. Non ho mai ingabbiato nessuno e non intendo farlo». Fiducioso, e ci mancherebbe altro: non tanto perché la Juve ha vinto i suoi ultimi sette esordi in serie A, quanto perché ha delle «certezze in più rispetto alla passata stagione. La rosa è più ampia e completa, anche se non possiamo ritenerci ancora alla pari dell'Inter. Non si costruisce tutto in 12 o 24 mesi, serve tempo: però vogliamo provare a migliorare il terzo posto del campionato scorso. Intanto sono curioso di vedere come ci comporteremo contro una grande squadra senza alcuni dei giocatori che sono stati fondamentali l'anno passato». Chiellini, Zanetti (più Sissoko, squalificato) e appunto Trezeguet: toccherà a Mellberg, Marchisio e al già citato Amauri. «Non vorrei però che questa Juve venisse già giudicata dopo la prima partita - mette le mani avanti Ranieri -. Gli esami non finiscono mai, avremo tempo per capire il nostro reale valore. In questo momento tutti pensano di essersi migliorati e anche noi non siamo da meno: solo il campo però darà una risposta chiara e definitiva».
Si aspetta quella e ci si confronta con un'altra grande già rodata dai preliminari di Champions. Competizione che è già nella testa di tutti, compreso Ranieri che ha ammirato lo Zenit vincere la Supercoppa europea conto il Manchester United: «Non mi sono spaventato perché già li conoscevo.
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