Del Piero e «Gazzetta», prove di calcio serio

wBanzai

C on la testa ingolfata di analisi, dopo una settimana in cui hanno parlato tutti sul malessere del calcio, dal cardinal Bertone alla Gregoraci, è difficile dire come dovrebbe essere un calcio sano, sereno, diciamo pure normale. Poi arriva Del Piero, e allora l'idea balena davanti con disarmante semplicità. Non parlo del suo gol, che comunque resta un bel vedere. Parlo delle dichiarazioni nel dopo-partita di Vicenza. «Avrei voluto dirvi che sto per diventare padre, ma non è così. Mi dispiace aver letto questa notizia proprio nella settimana in cui tutti abbiamo ribadito la necessità di avere buon senso. So di essere un personaggio pubblico, ma credo sia fondamentale un minimo di correttezza, soprattutto da parte di un giornale (la Gazzetta dello sport, ndr) importante come quello che ha pubblicato la notizia. Mi spiace doverla smentire. Spero di annunciare presto che avremo un figlio, con lo stesso sorriso che ho in questo momento».
Proprio così: il giornale sportivo annuncia al mondo che la signora Sonia scodellerà presto un Del Pierino, peccato non sia vero. È qualcosa che invade la sfera dei sentimenti più intimi, dunque diventa un'autentica carognata se non è neppure vera. Ce ne sarebbe per una reazione smodata. Altri campioni, per la semplice rivelazione di una cena (vera) con una velina, si presenterebbero a petto in fuori, annunciando querele e sparando insulti. Niente di tutto questo, in casa Del Piero. La reazione è giustamente sdegnata, ma composta e dignitosa: per questo, ancora più efficace.
Di fronte, la Gazzetta. Altri giornali, inutile negarlo, metterebbero la smentita in fondo a pagina 18, sotto i risultati dell'hockey. Invece il direttore Carlo Verdelli sceglie di pubblicare tutto in prima pagina, come serietà impone. Non solo. Ci aggiunge una replica. A prima vista, il sospetto che come tanti giornalisti voglia comunque avere l'ultima parola, con la solita, presuntuosa arrampicata sui vetri, è immediato. Invece, anche queste sono parole dignitose. Parla di errore grave, soprattutto chiede scusa a Del Piero, alla moglie e ai lettori. Ovviamente cerca anche di dare una spiegazione: «Ci sembrava una notizia bella, la prima dopo una settimana di notizie orrende... L'intenzione, per quel che vale, non era malevola o scandalistica». Comunque si chiude con un finale che non lascia spazio a equivoci e ambiguità: «Tutto questo, sia chiaro, non cambia di una virgola la portata dell'errore».
Chi subisce un grave torto giustamente lo fa presente. Chi infligge un grave torto onestamente lo riconosce e lealmente chiede scusa. Ecco: più di tante teorie fumose, questa è la rappresentazione reale di che cosa si possa intendere per calcio sano, sereno, diciamo pure normale. Il problema è che parole così e atteggiamenti così riescono ad esprimerli le persone serie.

Sperare che nel calcio, come nella vita, esistano solo persone serie è purtroppo utopistico. Ce ne sono di serie accanto ad altre cialtrone, violente, ignoranti. Questa è la ragione vera e ultima per cui il calcio, come la vita, non sarà mai sano, sereno, diciamo pure normale.

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