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Del Piero e la Juve per l’ultimo scudetto

Alessandro Parini

da Torino

Cinque partite senza vincere. Tre di campionato e due di Champions League. Due gol fatti (Emerson contro la Roma, Del Piero contro la Fiorentina) e quattro subiti. Il Milan a meno sette a cinque giornate dalla fine del campionato: distacco ancora importante, ma comunque il più basso degli ultimi cinque mesi. Capello, se potesse parlare, difenderebbe la sua creatura e non ammetterebbe mai di averla vista in calo: siccome però vige ancora quella che Moggi ha definito «pausa di riflessione», si può solo immaginare il pensiero di Don Fabio. Chiuso nella sua torre d'avorio, imbavagliato dal silenzio stampa imposto dopo la contestazione dei tifosi di mercoledì in occasione della partita contro l'Arsenal. Non è servito a nulla nemmeno il diverso atteggiamento mostrato dai tifosi durante il match contro la Fiorentina: bocche cucite almeno fino a Cagliari, sabato pomeriggio.
La Juve resta ferita e con la lingua un po' a penzoloni. L'uscita dalla Champions pesa e peserà, inutile negarlo. C'è tensione anche a Torino, insomma, e parte della tifoseria ha comunque espresso il proprio disappunto anche appena finita la partita contro la Fiorentina: avrebbero voluto la squadra sotto la curva per sancire la pace, i giocatori se ne sono invece andati subito sotto la doccia e qualche coretto antipatico è partito al loro indirizzo. Meno male che ci aveva pensato il solito Del Piero a raddrizzare la baracca, con il gol numero 193 della sua carriera juventina, il 19° della stagione in 40 presenze. Non era stato ritenuto idoneo per andare in panchina contro l'Arsenal, domenica ha giocato dal primo minuto e ha confermato di essere uno dei pochi a vedere la porta: in assenza di Trezeguet, grasso che cola. Anche perché Ibrahimovic, suo compagno di reparto, è apparso sì in progresso di condizione, ma ancora lontano dal giocatore della stagione passata: sei gol in campionato (più tre in Champions) sono davvero pochi per uno con i suoi mezzi, anche se in linea con quelli segnati nelle sei stagioni (tre con il Malmoe e tre con l'Ajax) che avevano preceduto il suo approdo a Torino (1, 12, 3, 6, 13 e 13). La Juve pare in ogni caso disposta ad aspettarlo: non ripeterà l'errore commesso qualche anno fa con Henry, a meno che da Inghilterra o Spagna non arrivino vagonate di euro.
Discorsi che verranno, comunque. Per adesso, ci sono da affrontare le ultime cinque partite di campionato tenendo a bada il tentativo di rimonta del Milan: sabato il Cagliari - il giorno dopo il derby di Milano che potrebbe spingere i rossoneri a meno quattro -, poi Lazio, Siena, Palermo e Reggina. Del Piero ha risistemato la classifica con il gol del pareggio e potrebbe essere questo il suo ultimo scudetto in bianconero. Il capitano non sembra essere disponibile a un’altra stagione da pendolare, a trentadue anni potrebbe decidere di studiare la possibilità di andare altrove, all’estero, in Inghilterra secondo alcune voci di mercato, dopo l’ultimo mondiale, magari da protagonista, così come è stato questo suo campionato che doveva all’inizio vederlo semplice comparsa. Del Piero e la Juventus, dunque, uniti fino a maggio.

Poi nessuno può sapere.

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