Laura Verlicchi
da Milano
«Irricevibile». Così il ministro Antonio Di Pietro ha giudicato la richiesta, presentata da Autostrade, di autorizzazione per la fusione con la spagnola Abertis, e lha pertanto rispedita al mittente. Una decisione a sorpresa, che il ministro delle Infrastrutture ha poi motivato con la «mancanza di documentazione di supporto» a corredo della richiesta. E ha ribadito ad Autostrade «la necessità di concordare preliminarmente un quinto atto aggiuntivo di revisione dello stato attuale della concessione, perché, come segnalato all'Autorità per i lavori pubblici e dal consiglio di Stato, non può essere ceduta a terzi nella sua attuale formulazione. La richiesta di autorizzazione sarà puntualmente esaminata non appena tornerà munita della predetta documentazione». A stretto giro di posta, la replica di Autostrade: «La società è disponibile a concordare preliminarmente con Anas un quinto atto aggiuntivo idoneo a rendere valutabile la richiesta di autorizzazione del progetto di fusione con Abertis».
La richiesta di autorizzazione al governo costituisce un capitolo chiave dellinterminabile partita in cui si gioca il futuro di Autostrade. Rappresenta infatti un passo indispensabile per ottenere il via libera alloperazione: decisione che spetta al ministro delle Infrastrutture, insieme a quello dellEconomia. Un percorso lungo, e il presidente di Autostrade, Gian Maria Gros Pietro, ha fretta: «servono tempi compatibili con quelli dei mercati, non si possono tenere gli azionisti sulla corda», aveva detto ai primi di luglio, subito dopo aver consegnato la richiesta, come previsto, allAnas e ai ministeri competenti, proponendo al governo di arrivare a un accordo entro il mese. «Abbiamo inviato - aveva detto - una richiesta di autorizzazione pura e semplice, così il ministro ha a disposizione lintera gamma di risposte possibili». E riferendosi alla trattativa intrapresa dal ministro delle Infrastrutture per una rivisitazione delle concessioni, laveva definita un tema «da affrontare a un tavolo complesso, con consumatori, sindacati, concessionari. Tempi lunghi. Allora crediamo che si possano separare i due momenti». Il presidente propendeva da subito per un atto aggiuntivo «in tempi brevi che affronti i problemi sollevati dal fatto che cambia il soggetto titolare delle azioni di Autostrade per l'Italia. In un secondo tempo ci si potrebbe allineare a quel che verrà deciso per il settore».
Ad allungare i tempi, poi, ci si è messo il «giallo» sulla consegna della richiesta: ancora martedì scorso il ministro Di Pietro sosteneva di non averla ricevuta.
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