RomaForse panettone, torroni, caragnole e cartellate hanno già avuto il loro peso. O forse è il combinato disposto tra leccesso di zuccheri alimentari e dialettici, visto il pallido «clima di dialogo» evocato - almeno a parole - da maggioranza e opposizione, che ha provocato una crisi di iperglicemia prenatalizia ad Antonio Di Pietro.
Fatto sta che mentre a destra e a sinistra si sprecano gli inviti a stemperare il «clima dodio», Tonino per contribuire a far tornare il sereno non trova di meglio che dare del «diavolo» a Berlusconi. E lo fa in un video dal sapore vagamente messianico in cui legge la sua «letterina di Natale», indirizzata ovviamente a Gesù Bambino.
Una sorta di escamotage letterario che cela un compendio di bontà e genuino spirito democratico, nel quale il leader dellIdv, dopo aver provato a utilizzare il Parlamento Ue a fini di polemica politica interna, tenta un approccio un tantino strumentale pure con il Divin Pargoletto, chiedendogli per lanno prossimo di «metterci in condizione di liberarci politicamente, attraverso lesercizio democratico del voto, di questo diavolo al governo». Insomma, niente souvenir come scorciatoia, almeno. E pazienza che per «lesercizio democratico del voto» gli italiani siano passati appena 20 mesi fa, scegliendo come sappiamo. Basta un bel miracolo, ed ecco le elezioni anticip.ate.
Naturalmente, prima della preghiera, Di Pietro si spende per convincere il giovane Nazareno della bontà della propria causa. «Caro Gesù Bambino - chiosa il devoto Tonino - tu lo sai bene comè fatto il diavolo. Tu lo sai bene che non ci si può fidare di lui. Tu lo sai bene che a un certo punto lhai dovuto pure mandare via dal Paradiso per relegarlo allinferno».
E già, «con il diavolo non si può dialogare», argomenta Tonino, chiarendo subito, casomai qualcuno dei suoi fedelissimi non abbia capito, a chi si sta riferendo: «Nel nostro Paese cè un diavolo al governo che pensa di usare le istituzioni solo per farsi gli affari suoi», e che «vuole addirittura cambiare la Costituzione perché nella Carta non è previsto che lui non può essere processato». Di Pietro di processi se ne intende, ma parlarne a Gesù, che di sentenze pilatesche e di malagiustizia ne sa qualcosina, è roba delicata. Così lex pm si premura con ridondanza di demonizzare «il diavolo», e chiarisce come il satanico premier voglia che sia stabilito che «lui» non può essere portato a giudizio, «non che non possa commettere reati, intendiamoci».
Siccome il paragone con Lucifero non basta, ecco che Tonino si affida a una metafora nella metafora, spiegando al Bambinello perché lui di dialogo, con quello lì, proprio non vuole saperne. Così, dopo aver chiesto a Gesù se «si ricorda» la favola di Cappuccetto Rosso, gli domanda: «Avrebbe mai potuto dialogare con il lupo cattivo?». A dirla tutta, Cappuccetto Rosso con il lupo ci ha dialogato, anche se il confronto inizialmente non le ha giovato. Ma forse è la parte in cui il cacciatore sventra il lupo quella che piaceva allex pm, che in pieno clima natalizio torna poi al suo colloquio immaginario con Gesù Bambino, chiedendogli di «aprire gli occhi» allopposizione che «fa inciuci» con quel satanasso di casa a Palazzo Chigi.
Poi Tonino sembra convinto che anche il Bambinello sia maturo per entrare nellIdv, un passo verso la «natività politica» molto più ambizioso rispetto a quello del Cavaliere, che si era limitato a proporre di mettere sotto lalbero la tessera del Pdl. E così gli parla da compagno di partito, strizzandogli locchio, manco quello nella mangiatoia fosse Barbato: «Tu sai meglio di me che nel governo Berlusconi non ci sono buone intenzioni», spiega sornione, prima dellultima richiesta di intervento oculistico, stavolta orientata al popolo tutto: «Apri gli occhi agli italiani prima che sia troppo tardi».
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