Una voragine nei conti della sanità ligure che potrebbe arrivare a toccare nel 2010 184 milioni di passivo. Un buco che era stato «coperto» durante la campagna elettorale ma che è emerso subito dopo quando lassessore alla Sanità Claudio Montaldo convocò nel suo studio tutti i dirigenti delle Asl liguri chiedendogli tagli necessari a fare andare avanti la macchina. Una voragine negata durante i mesi che hanno preceduto la scadenza del primo quinquennio burlandiano e che successivamente sono state ammesse dallo stesso Montaldo che però, al momento, non fornisce i numeri ufficiali del disavanzo.
A richiamare al senso di responsabilità la giunta regionale della Liguria ora non è più solo il centrodestra, ma anche il principale alleato del Pd in Regione: lItalia dei Valori. LIdv non si muove per bocca di esponenti regionali ma fa scendere in campo direttamente il segretario nazionale Antonio Di Pietro preoccupato dalla situazione dei conti della sanità ligure e pronto anche a smarcarsi da quella che sarà la manovra di rientro che la Regione sta preparando: «Anche nostri esperti sono al lavoro per capire quale sia il modello migliore da proporre per tagliare le spese - dice Di Pietro -. Una volta pronto il piano dellassessore alla Salute, prima di dire sì lo confronteremo con le nostre idee». Il buco cè. È una voragine che probabilmente porterà allintroduzione di un ticket da 10 euro a carico dei pazienti per le prestazioni specialistiche, la diagnostica e i ricoveri come già disposto dal governo per le altre regioni con notevoli disavanzi: Lazio, Molise, Campania e Calabria. «Non vorrei che la Liguria finisse come il mio Molise: in bancarotta» avverte Di Pietro che chiede ai suoi consiglieri unattenzione scrupolosa sul tema e affonda: «Bisogna prendere il bilancio della Regione e setacciarlo letteralmente per togliere tutte quelle voci di spesa, soprattutto di spessa corrente, che non sono necessarie. Burlando deve prendersi la responsabilità di tagliare ciò che è possibile: anche le feste paesane pur di risparmiare».
In Liguria si sono anche ventilate ipotesi più catastrofiche come la chiusura di reparti ospedalieri opzione che il leader di Idv non scarta a priori precisando che «non essendo tuttologi faremo compiere i rilievi dai nostri esperti. Ma prima di tagliare ospedali e reparti è necessario partire dalleliminazione di tutte le consulenza, gli incarichi, gli sprechi». E linteresse dellex pubblico ministero per la realtà sanitaria ligure trova un plauso addirittura nei consiglieri regionali del Pdl: «È la prima volta che ci troviamo daccordo con Di Pietro - commenta il capogruppo Matteo Rosso -. Sono anni che portiamo avanti la battaglia relativa alla razionalizzazione delle risorse della regione e denunciamo gli enormi spreco di denaro pubblico perpetrati sulla testa dei liguri».
Il passaggio a Genova del leader Idv è stato anche loccasione per confermare lappoggio del partito a Marta Vincenzi anche in caso di ricandidatura nel 2012: «Siamo in unalleanza che la sostiene e continueremo a sostenerla». Più prudente il coordinatore regionale del partito Giovanni Paladini: «Fiducia sì, ma bisognerà vedere cosa combinerà nei prossimi due anni».
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