Una pillola mette in fuorigioco la celiachia

Per i diecimila celiaci del Lazio si è sulla buona strada per cantare vittoria. È infatti sempre più vicina la pillola anti-celiachia che consentirà ai pazienti di dire addio alla dieta «su misura». Entro due o tre anni dovrebbe essere disponibile un farmaco da assumere prima dei pasti, in grado di bloccare l’effetto tossico del glutine per consentire ai celiaci di alimentarsi in modo normale.
L’annuncio è stato dato in occasione delle celebrazioni per i trenta anni di attività dell’Associazione Italiana Celiachia, svoltesi a Roma nella sede dell’Istituto Superiore di Sanità. «La pillola è nella fase finale di sperimentazione, dopo la conclusione della fase due che ha coinvolto duecento pazienti a cui il farmaco è stato somministrato volte al giorno prima di ogni pasto, per sei settimane - precisa Alessio Fasano, direttore di un centro di ricerca di Baltimora, negli Stati Uniti - Previene i sintomi associati al consumo di cibi con glutine, senza eventi avversi significativi: i celiaci trattati con placebo ed esposti al glutine hanno sviluppato i sintomi classici nel 75 per cento dei casi, i pazienti trattati con la pillola li hanno avuti in appena il 14 per cento dei casi».
Il Lazio in quanto a celiaci fa la parte del leone: si stima che in tutta la regione siano almeno diecimila i pazienti colpiti di cui cinquemila iscritti all’Associazione Celiachia mentre in tutta Italia sono stimati novantamila pazienti di cui 55mila iscritti all’Associazione.
Il numero delle diagnosi è raddoppiato grazie ai medici di famiglia ma sono ancora troppe le diagnosi tardive. Al momento solo un celiaco su cinque è identificato. Attenzione, però, alle diagnosi «fasulle» che si basano troppo spesso su criteri poco accettabili scientificamente.
Con la nuova pillola per la prima volta in assoluto si è di fronte ad un farmaco che previene l’insorgenza di malattie auto-immunitarie, tipiche dei celiaci. Il meccanismo è il seguente: la pillola inibisce una proteina - la zonulina - che regola l’apertura dei «cancelli» dell’intestino, bloccando così l’aumento della permeabilità intestinale indotto dal glutine.
«È come mettere una ceralacca sulla toppa di una serratura. Il grande vantaggio è che l’azione dell’inibitore è momentanea: tutto torna nelle condizioni di partenza, passato l’effetto» spiega Fasano, «padre» della neo-pillola.
Entro la fine del 2009 saranno disponibili i risultati di un’ulteriore sperimentazione nella quale il farmaco è stato somministrato a pazienti appena diagnosticati e ancora sintomatici.


Infine, è stato appena firmato un accordo tra l’Aic e l’Istituto Superiore di Sanità per l’avvio del primo studio - di durata triennale - che valuta l’esposizione dei celiaci alle micotossine contenute nel mais, possibili fattore di rischio per l’insorgenza di patologie oncologiche.

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