Pincio, la spada di Damocle del danno erariale

Piero Marrazzo è favorevole all’idea del parcheggio

Sulla decisione che riguarda il parcheggio interrato del Pincio pende la spada di Damocle del danno erariale e di una responsabilità giuridica del Comune di Roma nei confronti della ditta costruttrice. Se dalla Commissione dei saggi sono emersi pareri differenti sull’opportunità di realizzare i 726 posti auto sul colle che si affaccia su piazza del Popolo, la decisione in merito potrebbe essere influenzata anche dalle conseguenze giuridiche di un mancato completamento dei lavori. Nel caso di un «no» al parcheggio, da una parte, il Comune dovrebbe risarcire la ditta che ha svolto i lavori e che ha già rimosso circa 40-50 metri cubi di terreno, una cifra questa comunque contenuta.
Dall’altro lato, però, se la ditta si rivolgesse alla magistratura potrebbe configurarsi un danno erariale oltre a una responsabilità giuridica del Comune. Quindi, sul destino del Pincio pesa anche questo aspetto: prima di decidere, il Campidoglio dovrà anche avere la certezza che non ci siano gli estremi per il ricorso da parte della ditta. Su questo il Comune sta prendendo in considerazione il parere di alcuni legali. Sull’aspetto economico della vicenda è intervenuto ieri il presidente della commissione Bilancio del Campidoglio Federico Guidi: «Nella valutazione se procedere o meno alla realizzazione del parcheggio - ha detto - potrebbe assumere rilevanza l’eventualità di un possibile danno erariale. In questa ottica, può essere decisivo verificare se il Comune abbia la possibilità giuridica di rivalersi sulla precedente giunta ovvero su chi volle e autorizzò disinvoltamente l’opera. Sarà davvero un bel quesito per l’avvocatura comunale - ha aggiunto Guidi - che ritengo di investire in qualità di presidente della commissione Bilancio, e che potrebbe diventare un precedente importante per la responsabilità non solo politica ma anche contabile di amministratori poco accorti».
Tra i pareri positivi sulla prosecuzione dell’opera interrata anche quello del presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo: «Ho letto le indicazione dei saggi, le prendo per buone e dico di andare nella realizzazione nel parcheggio del Pincio». «Non mi appassiono alle polemiche quando sono politiche e non si fondano su dati tecnici. In una città come Roma - ha precisato il governatore - ci vuole la capacità di legare la difesa del patrimonio artistico culturale con le necessità di una città moderna, da ventunesimo secolo. Io penso che il sindaco Alemanno ha il compito di coniugare queste due cose». «Il Pincio, nel suo insieme, è una testimonianza archeologica, storica e monumentale fondamentale per la storia di Roma. Non è il luogo deputato per fare un parcheggio». Marina Mattei, direttore del Palazzo nuovo ai Musei capitolini, uno dei cinque saggi che compongono la commissione voluta dal sindaco Gianni Alemanno, è assolutamente contraria al progetto. Martedì scorso, nel vertice con il sindaco, tre saggi su cinque, però, si sono detti favorevoli alla realizzazione dell’opera. I sì all’opera sarebbero comunque stati quelli dell’ex sovrintendente Adriano La Regina e di Francesco Rossi, presidente dell’ordine degli ingegneri di Roma. Più cauta la posizione espressa da Amedeo Schiattarella, presidente dell’ordine degli architetti.

Di questa schiera non faceva parte Giorgio Muratore, docente di architettura, che ha tenuto duro sulla linea del «no». «Il progetto - ha spiegato Marina Mattei - è già stato messo in discussione dalla scoperta di reperti archeologici e, quindi, in ogni caso, andrebbe modificato».

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