«Coltivare la creatività come una preziosa pianta a rischio d'estinzione» è l'imperativo che le persone più sensibili si pongono sempre più spesso. Lo spiegava ieri sera l'imprenditore Pietro Negra titolare di Pinko a margine della presentazione del nuovo progetto Pinko by Mark Fast, designer canadese di soli 29 anni in arrivo dalle passerelle di Londra. Un ragazzo che ama la maglia come linguaggio e sperimenta tecniche nuove e mischie sorprendenti su una macchina casalinga. Per questo nell'evento organizzato nella chiesa di San Carpoforo c'erano sensazionali vestiti che si drappeggiano sul corpo, abiti a rete senza cuciture che fasciano come una guaina, tute palazzo laminate in mailar, un materiale che rende i tessuti simili alla carta da cioccolatino. «Siamo per lo shopping ludico e contro i sensi di colpa» diceva Negra, orgoglioso di aver realizzato in chiave accessibile e commerciale quello che il designer forgiato al Central Saint Martins College of Art, aveva in testa pensando alla Jerry Hall dello Studio 54 negli anni Settanta e alla Grace Jones del Limelight nel decennio successivo. Insomma il glamour visto con la libertà e la fantasia di chi quei periodi li può vivere soltanto con l'immaginazione. Operazione brillantemente riuscita che offre a Mark l'opportunità di creare anche la collezione della stagione invernale 2011.
Orgogliosi con la stessa intensità sono anche Domenico Dolce e Stefano Gabbana che oggi presentano il nuovo progetto Spiga 2 a Milano, il primo multi-brand store Dolce&Gabbana che offre ad alcuni stilisti emergenti visibilità e concreta opportunità di vendita.
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