Da archetipo a mito, da romanzo picaresco a teatro popolare. A rimanere impinocchiato nel modello del burattino che voleva diventare un bimbo vero, oggi è Massimo Ceccherini che a 11 anni di distanza dalla messa in scena di «Fermi tutti questo è uno spettacolo, Pinocchio» - feroce rivisitazione della fiaba collodiana - torna con una versione riveduta e corretta della sua commedia, intitolata semplicemente «Pinocchio». Con lui sul palco del Parioli, da oggi al 15 febbraio, ci saranno i sodali Alessandro Paci e Carlo Monni. Lo spettacolo è una parodia del celebre romanzo di Collodi. Massimo Ceccherini, oltre alle vesti del narratore, in proscenio impersona Lucignolo e una sgraziata Fata Turchina, femmina dagli appetiti insaziabili. A dare corpo al burattino allampanato col cappello di mollica è invece Alessandro Paci, moderno Pinocchio, giovane rockettaro e metallaro di periferia. Un personaggio positivo che fa del suo meglio per destreggiarsi tra le attenzioni della fata ninfomane e le lusinghe dellamico cocainomane Lucignolo ossessionato dal crac e dallIsola dei famosi. Completa il quadro Carlo Monni, eccellente nella triplice veste di babbo Geppetto, vecchio sguaiato e sedotto dal potere, del saggio Grillo Parlante che trae ispirazione dallerba che fuma, e da Mangiafuoco proprietario di televisioni.
Gatto e Volpe? Ci sono anche loro, e fanno gli impresari teatrali. Insomma, quello riportato in scena da Ceccherini & Co. è un «Pinocchio» sopra le righe. Tra gag al vetriolo e battute osée, qui si propone un teatrino sull'Italia di oggi all'insegna di una comicità caustica.Un «Pinocchio» sopra le righe
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