Pioggia di denunce per la tassa sui disabili

Chi ha figli in difficoltà ha un assegno inferiore a chi ha eredi in buona salute: 17 euro contro 42

da Roma

Il governo parla di «disallineamento» e l’Inps di «squilibrio». Ma intanto nessuno è ancora intervenuto per correggere “l’errore” nella Finanziaria di Romano Prodi che infligge un grave danno alle famiglie e ai disabili come denunciato ieri da Il Giornale. La maggioranza di centrosinistra è riuscita a produrre un mostro giuridico: se hai un figlio disabile prendi un assegno familiare inferiore economicamente a chi a un figlio senza alcuna invalidità. Disabili.com, il sito che ha raccolto le denunce di tante famiglie in difficoltà, fa due conti. Una famiglia di tre persone, due genitori e un figlio, con un reddito annuo lordo di 37.500 euro prenderà un assegno di 17,81 euro al mese se il figlio è disabile. Se invece il figlio non ha difficoltà ne prenderà 42,71 con una penalizzazione per i disabili di 24,90 euro.
E non ci sono soltanto gli assegni familiari a preoccupare i disabili come denuncia il vicepresidente nazionale dell’Anmic (Associazione nazionale mutilati ed invalidi civili) Gianni D’Alfonso. L’Associazione ha 350mila iscritti e rappresenta 2.800.000 invalidi. «Siamo molti preoccupati - dice D’Alfonso -. Assistiamo a un susseguirsi di iniziative che danneggiano i disabili». D’Alfonso ricorda che l’importo delle pensioni di invalidità è fermo da dieci anni. «Gli invalidi al cento per cento percepiscono 8 euro e 9 centesimi al giorno ovvero 245 euro e 84 centesimi al mese - dice D’Alfonso -. Una assoluta miseria».
Ancora una volta finisce sotto accusa la Finanziaria di Prodi penalizzante anche per esempio sul fronte degli insegnanti di sostegno. «Eravamo all’avanguardia - si rammarica il vicepresidente Anmic - ora la situazione è gravissima». Il primo passo da fare per il governo sarebbe quello di correggere l’iniqua distribuzione degli assegni familiari decisa con l’ultima Finanziaria.
«Abbiamo subito segnalato il problema all’Inps - spiega D’Alfonso -. Ci hanno risposto che aveva fatto presente al governo il problema precisando che tutto sarebbe stato risolto rapidamente per via amministrativa senza bisogno di ricorrere ad una legge».
Per il momento però non ci sono stati interventi. «Nulla è cambiato - osserva con amarezza il vicepresidente -. Mi sembra di capire che al questo governo i problemi dei disabili non interessano». Gravi anche le penalizzazioni sul lavoro. «Avevamo una legge che funzionava abbastanza, la 482, poi disapplicata - spiega D’Alfonso -. Nel ’99 è stata approvata la legge 68 (con il governo D’Alema ndr). Un testo con luci ed ombre del quale poi sono rimaste soltanto le ombre. Basti pensare che nella sola provincia di Milano i disabili disoccupati sono passati da 9mila a 32mila».
E di Finanziaria si parlerà a fine mese a Salsomaggiore in un convegno organizzato proprio dall’Anmic. «Chiediamo una gestione trasparente dei fondi destinati alla disabilità - dice il vicepresidente -. Siamo pure disposti a pagare un pochino di più pur di vederci garantiti servizi migliori e completi». Ed è questo l’ultimo punto dolente messo a fuoco dall’Anmic. Se ci sono troppi intermediari tra un appalto e l’altro i soldi scompaiono e ai disabili non arriva nulla.

Il presidente dell’Anmic di Modena, Antonio Mazzarella, spiega che in commissione Affari costituzionali della Camera è in discussione una proposta di legge di iniziativa sindacale che vorrebbe deviare la gestione dei fondi destinati ai disabili ai comuni. «Si tratterebbe di un vero e proprio esproprio: i soldi vanno erogati direttamente al disabile».

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