Roma

Il pipistrello «cantabile»? Una ricetta scacciacrisi

Il pipistrello operetta in tre atti di Johann Strauss jr., mentre condivide con la più giovane sorella La vedova allegra di Franz Lehàr, apprezzamento generale e indiscussa qualità, viene da questa superata di diverse lunghezze quando si parla di successo di pubblico, specie in terra italiana dove l’operetta viene ancora considerata genere minore, e dove La vedova allegra seppure di rado, viene presentata, magari in teatri minori, mentre il capolavoro di Strauss, di casa nei teatri di Vienna, Parigi, Londra, Berlino e New York, in Italia è praticamente sconosciuta, nonostante abbia fra gli estimatori musicisti grandissimi (Brahms, Wagner, Ravel) e direttori come Furtwaengler, Toscanini, Karajan e Carlos Kleiber, che ne ha dato una versione memorabile, e che il tradizionale Concerto di Capodanno da Vienna ne riproponga spesso ouverture e singoli brani.
Ora il capolavoro straussiano, che storicamente inaugurò l’operetta viennese, lo ripropone per la stagione estiva nel celebrato cortile di Sant’Ivo alla Sapienza, l’International Chamber Ensemble, con la direzione di Francesco Carotenuto, la regia di Peter Atherton e con i cantanti dell’Opera Academy, a partire da martedì 20 (ore 21); repliche il 21, il 23 e 24 luglio.
Fu il padre dell’operetta francese, Jacques Offenbach, a convincere il giovane Strauss, maestro del valzer, che aveva già scritto il celebre Bel Danubio blu, a dedicarsi all’operetta; cosa che fece in un momento di grave crisi economica, segnato dal crollo della borsa del 9 maggio 1873, a seguito della quale anche i teatri viennesi, battevano la fiacca. Artefice diretto dell’operazione fu il direttore del Teather an der Wien, Max Steiner, acquistando i diritti di una commedia che a Parigi spopolava, con l’intenzione di ricavarne, infine, il libretto per un lavoro musicale da affidare al suo ex compagno di scuola, Johann Strauss. Il quale in poco più di un mese portò a termine l’operetta. Il pipistrello del titolo, non è che il dottor Falke, notaio, vittima di uno scherzo di carnevale, quando vaga per una notte intera, mascherato da pipistrello. L’operetta di Strauss non è che l’epopea del travestimento e della maschera, specchio dello scetticismo e della perdita di valori, nella Vienna imperiale, votata ormai a decadenza inarrestabile.
L’operetta, che debuttò il giorno di Pasqua del 1874, e il cui ricavato andò in beneficenza (alla «Fondazione per la Promozione della Piccola Industria» patrocinata dall’imperatore), fu accolta da un successo di pubblico che un cronista così raccontò: «A partire dall’ouverture, quasi ogni numero è stato accompagnato dal pubblico con il battito ritmato delle mani; e alla fine di ogni atto, Strauss, in veste anche di direttore d’orchestra, grondante di sudore, è dovuto salire in palcoscenico per ringraziare il pubblico del successo tributatogli. Non sono mancate le richieste di bis».


Info:06.86800125

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