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Pirati somali scatenati: attaccate due navi italiane

Pirati somali nuovamente scatenati e anche le navi italiane in navigazione nell’oceano Indiano finiscono sotto attacco. Nella notte tra mercoledì e ieri due navi della compagnia genovese Ignazio Messina & C., la «Jolly Rosso» e la «Jolly Smeraldo» sono state assalite. Gli attacchi sono falliti grazie alla tempestiva reazione degli equipaggi e all’intervento delle scorte militari e non si registra alcun ferito. Anche altre navi sono state aggredite nelle stesse ore e un portacontainer battente bandiera panamense con 26 persone a bordo è stato abbordato con successo dai pirati.
La prima nave italiana a essere assalita è stata la «Jolly Rosso», un mercantile che ha a bordo 22 persone di cui 13 italiani. La nave era in navigazione da Gibuti verso Mombasa (Kenya) con un carico di quasi 10mila tonnellate (containers, veicoli industriali, auto). L’attacco è avvenuto alle 4.15 a circa 430 miglia a Est di Mombasa: da due barchini, ciascuno con quattro persone armate a bordo, sono stati sparati colpi con armi pesanti. Due colpi di bazooka sono andati a segno sulle fiancate, fortunatamente senza provocare danni rilevanti alle strutture né alle persone. Subito sono state informate le autorità, che hanno comunicato che a circa 200 miglia di distanza dalla «Jolly Rosso» c’era una nave militare, che si è immediatamente diretta sulla zona dell’assalto. Nel frattempo il comandante Piccioli faceva eseguire le manovre evolutive che in questi casi servono a impedire l’abbordaggio, con il risultato che alle 6.50 i due barchini si sono allontanati.
Nelle stesse ore altri due barchini, ciascuno con tre persone a bordo, si sono diretti contro la «Jolly Smeraldo», altro mercantile della società Messina in navigazione da Jeddah (Arabia Saudita) ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti. La nave, con un equipaggio 23 persone, delle quali 15 italiani e con un carico di oltre 13mila tonnellate fra containers e veicoli industriali, aveva superato da un’ora lo stretto di Bab el Mandeb. Lanciati i segnali di emergenza, sono immediatamente arrivati due elicotteri militari e i barchini si sono allontanati. La «Jolly Smeraldo» aveva già subito un attacco da parte di pirati l’aprile scorso. Altre sei navi italiane sono state assalite nella regione nel corso del 2009.
La rinnovata attività dei pirati ha anche spiegazioni meteorologiche: con la fine della stagione dei monsoni l’oceano è nuovamente ben navigabile. D’altra parte in Somalia essi non devono temere alcun tipo di azione di contrasto. La situazione di cronica anarchia si è certamente aggravata negli ultimi mesi, con il governo legittimo su posizioni sempre più difensive nei confronti delle aggressive milizie islamiche che strappano pezzi di territorio e vi impongono il rispetto forzoso della legge coranica interpretata secondo il peggior integralismo. Anche nella capitale Mogadiscio è evidente la capacità offensiva dei fondamentalisti, il cui punto debole è semmai la frammentazione in gruppi rivali che spesso si combattono tra di loro. Ieri alle 7 del mattino gli shabab (il braccio armato di Al Qaida in Somalia) hanno addirittura bombardato l’aeroporto mentre il presidente somalo Sheikh Sharif Ahmed si stava imbarcando per Kampala per il vertice straordinario dell’Unione Africana.

Ahmed è arrivato illeso, ma è stata una strage:si sono contati 30 morti e 70 feriti, molti dei quali civili.

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