Economia

Pirelli torna in Formula 1 vent'anni dopo. Obiettivo: il Far East

È il primo fornitore a essere pagato. E così rafforza la strategia sui nuovi mercati. Ma la Borsa non apprezza: titoli -3,57%

Pirelli torna in Formula 1 vent'anni dopo. Obiettivo: il Far East

Una notizia brillante come quella della fornitura di pneumatici Pirelli alla Formula 1, dopo 20 anni, non ha evidentemente convinto gli investitori: in Borsa il titolo ha perso il 3,57% del suo valore (quando l’intero i listino è sceso dell’1,2%), dopo aver veleggiato per parte della seduta sotto di 4 punti. Il gruppo ha precisato che il contratto non avrà impatti né di natura economica né di natura strategica. Il timore degli investitori era che, come nel passato, il fornitore ufficiale degli pneumatici se ne accollasse i costi in cambio dell’enorme impatto pubblicitario che deriva dalla fornitura.

Secondo ambienti vicini alla Formula 1, invece, le squadre, dodici in tutto, pagheranno a Pirelli circa 1 milione all’anno per i tre anni del contratto (la fornitura è stimata in 40mila gomme a stagione). In tutto, un incasso per il gruppo italiano stimato in 36 milioni, che si aggiungono allo straordinario volano mediatico innescato dalle gare automobilistiche. È la prima volta - secondo quanto risulta - che una fornitura di gomme alla Formula 1 viene pagata.

Concorrente della Pirelli era la francese Michelin, una vecchia protagonista della F1. Indiscrezioni riferiscono che entrambi - Pirelli e Michelin - avevano formulato una richiesta di 2,5 milioni per squadra a stagione, ma che solo il gruppo italiano ha accettato di trattare la cifra. Michelin, peraltro, in Formula era già stata protagonista per anni, vincendo tutto (l’ultimo mondiale con Renault) e ritirandosi dopo il 2006. All’epoca i fornitori potevano essere più d’uno, e, al ritiro dei francesi, l’onere delle forniture restò in capo alla giapponese Bridgstone, che un anno fa, con buon anticipo, annunciò il suo ritiro. Nel frattempo è stato anche modificato il regolamento, che ha assunto a norma la «monofornitura»: unico fabbricante di gomme per tutti. Va sottolineata l’importanza dello pneumatico - costituito da mescole sempre in evoluzione, aderenti all’asfalto, che possono dare un vantaggio competitivo a un’auto anche di 2-3 secondi: gli esperti sostengono che i progressi delle componenti meccaniche non sono minimamente paragonabili a quelli delle gomme.

Tornando a Pirelli, che presenterà oggi in una conferenza stampa l’accordo sottoscritto con la Fia, metterà a disposizione dei team «sei differenti tipologie di pneumatici per l’intera stagione: quattro slick, caratterizzati da mescole differenti e destinati alle gare con asfalto asciutto; uno pneumatico rain sviluppato per le condizioni di pioggia intensa; uno pneumatico intermedio, destinato agli asfalti umidi e alle condizioni di pioggia leggera». Un impegno industriale sicuramente notevole.

Per Pirelli (che fornisce di gomme tutti gli sport mondiali tranne la moto GP) l’operazione Formula 1 conferma le strategie di espansione per gli pneumatici, che sono il core business - con l’85% di fatturato dell’intero gruppo - e nei quali il marchio italiano è quinto al mondo.

Già leader in Brasile e in tutta l’America Latina, Pirelli intede conquistare rapidamente i mercati del Far East: prospettiva questa alla quale l’amplificazione dei gran premi sarà particolarmente funzionale.

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