E se Gianni Amelio avesse ragione su Maria De Filippi? Daccordo, il regista passò lunghi mesi a Tirana e dintorni per girare Lamerica, immergendosi in quei luoghi sgarrupati con spirito da emigrante, ma cè da riflettere quando ammonisce: «La sinistra non capisce che per gli extracomunitari fa più Maria De Filippi con il suo Kledi, valorizzando ragazzi che diventano idoli dei nostri figli, che cento convegni seriosi sullimmigrazione». Ancora: «Se dire albanese oggi in Italia non è solo un insulto, lo dobbiamo a lei, a Canale 5, al suo programma dove si mescolano le etnie e le religioni».
Confesso: non ci avevo pensato. Kledi, per chi non sapesse, è Kledi Kadiu, ballerino classico la cui vicenda umana e professionale è stata appena ricostruita dal film Passo a due. Albanese, ma anche apollineo, fiero e talentoso. Diciamo un Rocky in calzamaglia. Lanciandolo cinque anni fa con Cè posta per te, la signora De Filippi ha avuto il merito di rivelare un personaggio interessante, non fatto di «aria cruda» (poi, purtroppo, è venuto Costantino). So bene che per un albanese come Kledi ce ne sono centinaia, se non migliaia, che rubano, delinquono e gestiscono orrendi commerci. Nondimeno, Amelio coglie un elemento di verità nel guardare «oltre» la tv super emotiva praticata dalla De Filippi. Calabrese di umili radici, cresciuto mangiando carne una volta al mese, lui detesta «la sinistra col cilicio» che rimprovera a DAlema di possedere una barca. Non scomunica la tv di massa.
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