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Pisa, laurea più facile per chi ascolta la lezione di Bertinotti

L’università concede un credito formativo agli studenti che hanno sentito la conferenza del presidente della Camera sul lavoro. Forza Italia: "Nessun contraddittorio, così l’ateneo si è schierato"

Pisa, laurea più facile per chi ascolta la lezione di Bertinotti

da Firenze

Un credito formativo, un punticino che avvicina alla laurea, come «premio» per aver assistito a una conferenza di Fausto Bertinotti. Accade all’Università di Pisa, dove ieri è andata in scena una giornata di studio e approfondimento sul tema «Flessibilità, precarietà. I dilemmi del lavoro nel mondo contemporaneo», cui ha preso parte anche il presidente della Camera dei deputati.
Un’iniziativa che - alla luce del delicato tema all’ordine del giorno e della mancanza di ogni sorta di «contraddittorio» rispetto alle opinioni espresse da Bertinotti e sindacalisti - non ha mancato di sollevare le proteste degli «Studenti per le Libertà», il movimento universitario legato a Forza Italia. «Ci opponiamo con forza a questo tipo di esposizione politica dell’ateneo», tuonano gli studenti del centrodestra, che nell’occasione hanno dato vita a un volantinaggio all’ingresso della facoltà di giurisprudenza contro l’aumento delle tasse e a favore della flessibilità nel mercato del lavoro. Secondo gli studenti, il «premio» del credito formativo concesso dall’ateneo a chi ascolta le tesi di Bertinotti sancirebbe il valore oggettivo della versione del presidente della Camera. A scapito delle tesi che invece ritengono innovativa ed efficiente la legge sulla flessibilità.
«Inoltre - continua Giacomo Zito di Forza Italia Giovani - spiace dover constatare che l’incontro è stato caratterizzato da assenza di contraddittorio. Non ce l’abbiamo con Bertinotti, libero di dire ciò che vuole, ma con l’ateneo che premia chi viene ad ascoltare le versioni di un uomo che al di là dell’incarico istituzionale non può certo dirsi super partes. Siamo stati costretti a distribuire volantini all’ombra di agenti di polizia, perchè come sempre la nostra apertura al confronto verbale ci espone a facili aggressioni da parte di chi evidentemente non crede nel dialogo e nella democrazia».
La querelle è di carattere politico, naturalmente, ma anche semantico. «Perché si è scelto di non poter avviare un dialogo, un confronto fra chi chiama l’evoluzione del mercato del lavoro “flessibilità” e chi la chiama “precarietà”? Il risultato di questa scelta ingiusta è che coloro che fino ad ora non si sono fatti un’idea e hanno partecipato solo per il credito in omaggio, grazie alla mancanza di contraddittorio cominceranno a usare il termine lavoro precario e saranno condizionati dalle categorie della sinistra».
Di tutt’altro avviso l’ateneo pisano: «Nell’incontro di ieri la legge Biagi non è stata nemmeno menzionata - hanno spiegato dall’Università, respingendo le accuse - e Fausto Bertinotti ha fatto un esame storico di larga prospettiva, senza toccare, se non marginalmente, l’attualità». Il presidente della Camera avrebbe dunque dato vita a una sorta di excursus storico sul sistema capitalistico, senza soffermarsi sul merito della legge Biagi. «L’organizzatore dell’evento, il professore Mario Aldo Toscano - aggiungono dall’Università di Pisa - aveva chiesto la partecipazione dei massimi vertici del mondo imprenditoriale, ma senza esito. Infine, l’ateneo da tempo concede crediti formativi per le attività più disparate, dall’attività sportiva alla donazione di sangue». E a chi sostiene che la giornata di studi possa essere considerata come una cassa di risonanza per parlare della legge Biagi e dei suoi effetti, dall’ateneo arriva una secca presa di posizione: «La giornata di studi arriva a coronamento di un lavoro scientifico di oltre due anni, che ha dato vita a un volume di più di mille pagine.

Ribadiamo: la legge Biagi non è stata nemmeno nominata».

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