Roma

La Pisana si ferma, i problemi no

La Pisana si ferma, i problemi no

Antonella Aldrighetti

A chi giova l’immobilismo della Pisana? Ai cittadini, in attesa di provvedimenti «fattivi» certo che no. L’attività istituzionale ferma ormai a 20 giorni fa, non consente di avviare un sano dibattito politico tra le componenti di maggioranza e opposizione per gettare le basi di nuove azioni propositive e di necessità pubblica. Eppure a sentire ancora l’eco elettorale del presidente della regione Lazio, Piero Marrazzo, sembrava ci fossero da risolvere una serie di emergenze: sanità, formazione, trasporti e politiche economiche. Parole dinanzi alle quali però rimane il vuoto isituzionale. Cosa vi si cela dietro? «Radio Pisana» riferisce di qualche «capriccio» nelle componenti di maggioranza. Accordi disattesi, illusioni svanite e disilluse che portano il malumore tra gli scranni dei fedelissimi all’ex conduttore televisivo. Tirerebbe aria di crisi che si ripercuote ad esempio sui rinvii da parte della Giunta di centrosinistra a nominare i direttori generali dei vari comparti operativi. E in questo contesto litigioso, pure gli afflati su «Stipendiopoli» non hanno aiutato il ritorno al sereno. Cosicché pure la maggioranza di centrosinistra avrebbe riscoperto l’impeto moralizzatore professato sì da Marrazzo ma, mai concretizzato e i Comunisti italiani con in testa il capogruppo Alessio D’Amato, dopo le uscite del Giornale, si sono iniziati a documentare sugli stipendi d’oro dei consulenti-dirigenti. E hanno proposto di parametrare gli esborsi sul tetto massimo di 150mila euro, rompendo così le uova nel paniere dorato della «casa di vetro».
Ma quando la potrà presentare D’Amato la famigerata legge se i lavori consiliari sono fermi sine die? «Domani nella conferenza dei capigruppo si stabilirà il calendario delle prossime riunioni» ci fanno sapere dall’ufficio di presidenza di Massimo Pineschi. Per cui dal prossimo appuntamento ci attendiamo il giorno buono per dare il benvenuto al provvedimento «taglia spese», morigerare l’utilizzo delle «auto blu», tagliare le indennità di funzione dei consiglieri regionali del 50 per cento. Provvedimento impopolare? «Non è un esordio positivo quello di Marrazzo che, con gli esborsi sugli ingaggi non risponde ad alcun criterio di economicità - commenta Stefano De Lillo, vicecapogruppo di Forza Italia alla Pisana -. Probabilmente non era questo che si aspettavano gli elettori, dei quali, per l’ansia di accontentare i suoi sostenitori, Marrazzo rischia di perdere il sostegno già ad inizio legislatura». Ma c’è di più. «Bisogna fissare tempi certi per imporre alla giunta di modificare il regolamento e - aggiunge il vicepresidente del consiglio regionale, Andrea Augello - verificare tempestivamente la possibilità di intervenire sulle retribuzioni e correggere storture inaccettabili, evitando di porgere il fianco a generalizzazioni e confusioni».


Che arrivi l’ora di tirare la cinghia? Vedremo.

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