Unoperazione costruita a tavolino e sostenuta esplicitamente dalla Curia. Unalleanza fra la sinistra extraparlamentare, quella laico-socialista, e una parte dei cattolici. Il tutto fuori dai partiti, anzi contro i partiti, di cui «Giuliano si è sempre fregato». È lucidissima lanalisi di Franco DAlfonso, assessore al Commercio, anima riformista di Palazzo Marino, uno degli uomini migliori del sindaco. Lucida e sincera. DAlfonso ricostruisce lavventura che ha portato allelezione del sindaco, sfatando varie leggende metropolitane alimentate dalla propaganda, come quella del grande movimento nato dal basso. «Loperazione - dice DAlfonso - è assolutamente politica, progettata in qualche modo a tavolino, partendo da alcune ipotesi verificate come vere». Il primo aspetto è la politica, le alleanze: «Unipotesi politica mitterandiana - la chiama così - lalleanza fra due correnti della sinistra», quella a sinistra dal Pci, diffusa, «extraparlamentare, dalla quale Giuliano viene, e quella laico socialista».
Ma anche una «fortissima componente cattolico-liberale, che a Milano esiste, e si è manifestata poi verso la fine della compagna attraverso un appoggio sostanzialmente esplicito venuto dalla Curia e da parte di Tettamanzi, spaccando il mondo cattolico». Seconda questione è il rapporto con i partiti. DAlfonso lo risolve in modo molto netto: il tutto nasce contro i partiti, Giuliano «se ne è sempre fregato».
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