Pitti Uomo, il cappello torna ad essere un must

Dalla bombetta di Charlie Chaplin al panama di Therodeore Roosvelt, il cappello è da sempre simbolo dalle molteplici valenze culturali e sociali. L'ultima edizione di Pitti Uomo dimostra che, oggi come ieri, questo capo è espressione insostituibile di stile e carattere 

Pitti Uomo, il cappello torna ad essere un must

Pare che il primo ad indossarne uno fu Carlo VIII, che lo sfoggiò in occasione della sua visita a Roma. Ma la storia del cappello è vecchia almeno quanto quella dell’uomo: dalle origini nell’antico Egitto all’epoca più moderna questo capo d’abbigliamento è da sempre metafora di stile e rappresentazione di modi di interpretare il mondo.

Impossibile pensare a Charlie Chaplin senza la sua inseparabile bombetta. Lo sguardo languido e brillante dell’attore americano Dean Martin era arricchito dal pork pie che accompagnava anche quasi tutte scene dei film muti di Buston Keaton: se per il primo il cappello era complice del suo gioco di seduzione, per l’attore muto il pork pie era elemento imprescindibile della sua irresistibile comicità.

La diffusione di un modello è spesso legata ad un personaggio o ad un evento. A entrambi nel caso del panama il cui nome nasce in occasione dall’inaugurazione del canale di Panama da parte del presidente degli Stati Uniti Theodore Roosvelt che vi si presentò con in testa un raffinato Homburg di paglia finissima: foto e cartoline fecero il giro del mondo e quel cappello, nato e prodotto in Ecuador, fu da allora consacrato come “il Panama”.

Insomma, un cappello per ogni testa e per ogni stagione e oggi, più che mai, possiamo dirlo. Lo testimonia infatti anche l’ultima edizione di Pitti Uomo dove questo capo d’abbigliamento la fa da padrone.

Basta dare un’occhiata alla nuova collezione Barbisio Autunno-Inverno dove accanto ai modelli classici - bombette, cilindri, homburg in feltro stile anni '40 e '60- sfilano anche cappelli storici in feltro rivisitati nelle proporzioni e nelle guarnizioni. Le tese diventano più strette, l’altezza delle teste si abbassa e il cappello viene arricchito con guarnizioni in cuoio e pelle. Nasce il “classico attuale” che piace sia al pubblico più maturo che a quello più giovane. Per i fashion addicted, i modelli classici sono stati attualizzati creando cappelli dalla tesa molto stretta che anticipano le ultime tendenze di moda.

Classico tout court, classico attuale o moderno, l’importante è

indossarlo. Come ci insegna l’ultima edizione di Pitti Uomo, il cappello non è infatti solo un accessorio: ieri come oggi è metafora di creativitá e stile, che si sprigiona dalla sede sulla quale sta appoggiato. 

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