Cronache

Pittore e incisore, Athos Arrighi racconta la Liguria sulle ardesie

«Paesaggi e scorci di Liguria». Un viaggio realistico e ideale tra il mare e i monti della nostra terra a cura del pittore e incisore Athos Arrighi. Classe 1922, il maestro Arrighi, livornese di nascita e genovese d'adozione, crea ed espone permanentemente in un piccolo studio all'inizio di via Montaldo. Scesi tre scalini ripidi si entra in una vera e propria bottega di un artista. Uno scrigno nascosto nel ventre del cemento della Valbisagno. Un cavalletto con un dipinto in creazione, pitture ed incisioni appese alle pareti. Un forte odore di tempera impregna l'aria. Ed ecco che arriva il maestro Arrighi che con cavalleria d'altri tempi invita a entrare. E con maestria, dolcezza e autorevolezza di un vero nonno, incanta con aneddoti e curiosità i piccoli scolaretti di una scuola vicina che sono venuti a fargli visita per conoscere le sue opere.
Una carrellata di ardesie appese alla parete e appoggiati a mini cavalletti su un tavolo al centro della bottega. Una Liguria in bianco e nero, come il negativo di splendide foto, che ritraggono gli angoli più caratteristici della nostra regione e della nostra città. «La mia è una tecnica di incisione a graffio - spiega l'incisore - fatta completamente a mano». Spiega agli scolaretti come l'ardesia viene tagliata perfettamente con un filo d'acciaio secondo la sua venatura. «L'ardesia - continua - merita di essere utilizzata e conosciuta anche sotto il profilo artistico e io, umilmente - dice - nell'incidere questa pietra mi propongo di trasmettere e fissare una parte di quella Liguria di cui l'ardesia è patrimonio, orgoglio e sacrificio di intere generazioni». Una barca che galleggia sul mare con un orologio sotto realmente funzionante, uno scorcio di Boccadasse, case della campagna della Val Trebbia. Istantanee di una regione che ha fermato nel tempo le sue tradizioni e che vuole trasmetterle alle nuove generazioni. Incise sulla sua pietra che la caratterizza in tutto il mondo. E i bimbi guardano con occhi sgranati quella lastra che loro conoscono solo come la lavagna della loro classe in cui vedono scritte solo le operazioni di matematica o le frasi di grammatica. Qui invece hanno un sapore diverso. Danno vita a degli angoli nascosti della loro città, mettono in risalto particolari che ad un occhio poco attento e frettoloso sfuggono. Ma che una sensibilità artistica e una mano geniale sanno tirare fuori dal buio di una pietra se vogliamo fragile e sfaccettata.
Ma proseguendo nel nostro cammino si arriva alle pitture fatte con la terra colorata. Anche questa una tecnica unica e particolare che rendono questi scorci di Gorreto, del Trentino, delle Chiese più belle di Genova di una cromaticità unica. Si aprono anche le finestre sul mondo. Sono i «Tromp l'oeil», la pittura che inganna, i «buchi» nel muro che, anche da via Montaldo, riescono ad affacciarsi su un mare azzurro, su una campagna verdeggiante. Alcuni chiusi con da una vera e propria finestra. E poi, dulcis in fundo, i coppi dei tetti. Particolari tele per soggetti emozionanti.


Arrighi ha partecipato ad innumerevoli mostre e importanti manifestazioni artistiche ottenendo sempre lusinghieri successi di pubblico e critica, premi e testimonianze della sua notevole capacità artistica.

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