Stile

Di pizzo, opache o con glitter Ma il must è lo stivale-calza

Hanno segnato l'emancipazione femminile e raccontato il mutare dei tempi: lunghe, sexy, velate Da sempre un'arma di seduzione

Margherita Tizzi

Secondo una leggenda del XII secolo, per l'Epifania si regala una calza colma di doni per ricordare la vecchietta (befana, ndr) che si rifiutò di aiutare i Re Magi a trovare la strada per Betlemme. In seguito, la donna, pentitasi di tale azione, si mise a cercarli, fermandosi a ogni casa per donare dolciumi ai bambini nella speranza che uno di essi fosse il piccolo Gesù. E si presume che la calza avesse sostituito il sacco, indumento indispensabile contro il freddo e a disposizione di chiunque. Oggi, lungi dalle donne usare le proprie calze, sempre più preziose e delicate, per portare avanti una tradizione a cavallo tra il sacro e il profano. Il loro ruolo, infatti, soprattutto con l'arrivo dei collant, è sensibilmente cambiato: non proteggono necessariamente dal freddo, ma sono simbolo dell'emancipazione femminile e della moda degli ultimi 70 anni. E il cinema, l'arte e le grandi campagne pubblicitarie hanno sempre fatto sì che le ragazze si raccontassero anche attraverso questo accessorio. Pensiamo allo Studio di nudo. Donna seduta sul divano di Henri de Toulouse-Lautrec, in mostra a Milano con Il mondo fuggevole (fino al 18 febbraio 2018), che spesso ha dipinto il binomio donna-autoreggente.

Poi, negli anni '50, con l'invenzione del nylon, ecco i collant, protagonisti dell'immagine di Mrs Robinson (Anne Bancroft) che con un gesto seducente affascina il giovane Benjamin (Dustin Hoffman) in Il Laureato. Vengono in mente le lunghissime gambe delle gemelle Kessler, vestite di collant di filanca nera Omsa nei varietà televisivi degli anni Sessanta, Julia Roberts nei recenti spot di Calzedonia e Claudia Shiffer nella campagna pubblicitaria del suo brand di calzetteria, Claudia Shiffer legs. Insomma, che siano lunghe o corte, velate, di pizzo, a rete, colorate o di cashmere, le calze sono soggette al mutare delle tendenze e del costume. E incantano e fanno sognare gli uomini: «Ho sognato di essere il collant di Ursula Andress», ha detto Woody Allen. Quest'anno, in passerella, è stato un tripudio di collant: neri operati da Celine; stampati e colorati da Balenciaga, da abbinare a look tinta unita (tono su tono o a contrasto); di pizzo da Nina Ricci, viste su tailleur pantaloni e lunghi abiti da sera. Ancora: collant bianco opaco coprente per Veronique Branquinho e calze velate con applicazioni di piccole gemme colorate per Elie Saab. Poi via a un tripudio di glitter (Chanel), pois e reti, nere o a colori, che spuntano anche sotto a jeans e pantaloni al polpaccio. Non mancano i calzini, sdoganati prima da Miuccia Prada, poi da Gucci, con stringate, mocassini e tacchi: corti o fino al ginocchio, ci sono di tutti i tessuti e le nuance, ricchi o meno di dettagli e applicazioni. È bene, però, ricordare che l'accoppiate calzino-sandalo/décolleté e calzettone di lana a vista su stivaletto accorciano la gamba. Quindi via libera solo con longuette sotto al ginocchio e pantaloni alla caviglia, a meno che la silhouette non sia lunga e filiforme. In alternativa, sì allo stivale-calza, lanciato da Vêtements e diventato un fenomeno da storia del costume: grazie ai materiali tecnici ed elasticizzati, accompagnano la caviglia alleggerendo la gamba meglio degli ankle boots. E gli stivali-calza neri con tacco fine, valida alternativa alle classiche décolletées, sono il massimo dello chic sia con un abito che con un pantalone nero un po' largo. Altro che befane..

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