Platini bis per acclamazione al governo Uefa

Michel Platini ha firmato il rinnovo del contratto con l’Europa. Altri quattro anni al comando dell’Uefa, altri quattro anni per gestire il calcio più ricco del mondo, altri quattro anni per ridare respiro al gioco e ai giocatori, tenendo a bada squali e lupi affamati di denaro. Cinquantatrè delegati delle cinquantatrè federazioni continentali hanno acclamato, alzandosi in piedi, monsieur le president, Michel Platini, emozionato ma non commosso come gli era accaduto a Dusseldorf il ventisei gennaio del Duemilasette. Allora prevalse sullo svedese Johansson per quattro voti, ieri non ha avuto rivali, ha giocato da solo, a centrocampo e in attacco, come gli era naturale, tra gli applausi e le felicitazioni, ha fatto da cerimoniere e da padrone di casa, con il volto affaticato, il nodo allentato della cravatta, il tono deciso delle parole: «Questa volta avevo un vantaggio, sapevo di vincere di sicuro e dunque mi sono preparato al sorriso e al discorso».
Ha ringraziato i grandi come Beckenbauer, Cruyff, Zidane, Messi che rappresentano la gioia del calcio, il passato, il presente, il futuro del gioco. Attorno e sopra di lui il fascino del Grand Palais di Parigi, il teatro giusto per l’elezione: «Sarà difficile che un altro presidente francese venga rieletto...» ha mormorato il solito cocoricò riferendosi a Nicolas Sarkozy. Il quale ha dovuto saltare l’appuntamento previsto a causa della crisi internazionale in Libia e ha spedito l’affascinante Chantal Jouanno, ministro dello sport, vestita di azzurro elettrico, ad alzare il tono polveroso e maschilista del trentacinquesimo congresso dell’Unione europea delle associazioni calcistiche. Michel Platini ha sfruttato l’assist: «Mi impegno a inserire una donna nel comitato esecutivo» provocando sorrisi, ovazioni, ovviamente interessate e incuriosite.
Riconoscimenti, targhe d’onore e memorie affettuose per i personaggi del calcio europeo, Platini ha premiato Antonio Matarrese, ribadendo una frase che già aveva pronunciato nell’ultimo anno della propria carriera juventina: «Mi sono accorto che stavo invecchiando quando mi invitavano non per ritirare un premio ma per consegnarlo». Abete riconsegna all’Italia un posto nel comitato, come vicepresidente (eletto anche con il voto di Platini), undici anni dopo lo stesso Matarrese. Abbracci e targhe per Franz Beckenbauer che, secondo le voci di palazzo, potrebbe essere il vero concorrente di Blatter dopo il Duemilaquindici, data fissata dal colonnello svizzero per concludere l’avventura in Fifa.

Ma lo stesso Kaiser ha annunciato che intende riservare il resto della sua vita alla famiglia, anche se resta il fascino di una poltrona importante. Lo stesso Platini, tra quattro anni, potrebbe essere l’erede di Sepp Blatter, consegnando l’Uefa all’ex capitano del Bayern di Monaco e della nazionale tedesca. Due campioni alla guida del calcio. Come in Italia. O no?

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