Il pm cambia idea e chiede il fermo

Il braccio di ferro con il Campidoglio non è stato privo di effetti: ieri la procura della Repubblica ha inoltrato la richiesta di fermo per il pregiudicato di 40 anni, accusato di avere accoltellato e ferito due giovani omosessuali al parco Rosati, vicino al «Gay village». L’atto è stato firmato dal procuratore Giovanni Ferrara e dal pm Pietro Polidori, prima di passare al vaglio del gip che dovrà valutare se procedere all’arresto.
Gli investigatori stanno valutando la posizione di un presunto complice dell’aggressore, che avrebbe preso a calci una delle vittime. Intanto sono stazionarie le condizioni di Dino, il 28enne marchigiano accoltellato sabato mattina intorno alle 4 e ricoverato in chirurgia d’urgenza all’ospedale Sant’Eugenio con ferite a un polmone e al fegato. «È un dato positivo - ha spiegato Paolo Palumbo, direttore sanitario dell’Asl RmC - ha subìto un intervento chirurgico abbastanza delicato però si spera di togliere la prognosi entro 48 ore e portare il paziente a casa nell’arco di una decina di giorni».
Ulteriori dettagli li ha forniti il suo legale, Daniele Stoppello: «Stamattina (ieri, ndr) era molto più agitato. Gli si erano scuciti i punti e ha dovuto sopportare delle medicazioni molto dolorose. Inoltre stava finendo anche l’effetto dell’anestesia. Ora per fortuna è più sollevato vista la decisione della procura di arrestare l’aggressore».

Ieri la stanza di Dino è stata un viavai di visitatori, tra cui quella del vicesindaco Mauro Cutrufo, che ha parlato di «un episodio particolarmente efferato, di violenza gratuita», dicendosi dispiaciuto «dell’indifferenza da parte dei presenti all’accaduto». Mentre Imma Battaglia, responsabile del «Gay village», ha chiesto l’installazione di telecamere e più pattuglie nella zona.

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