da Genova
«Massacro». I Pm non usano termini da codice penale. Scelgono le espressioni più usate dai no global e dai giornali per descrivere quello che è accaduto nella scuola Diaz di Genova la notte dellirruzione della polizia al termine del G8. Francesco Cardona Albini, il magistrato che porta avanti la requisitoria, non prende in considerazione lipotesi che possa essere stata unoperazione di polizia con eccessi che sconfinano in reati, anche gravi, eventualmente commessi da agenti e funzionari. No, ci fu un «pestaggio» punto e basta. «E non venne mai fornita alcuna prova che vi fosse una giustificazione al comportamento degli uomini che entrarono alla Diaz aggiunge Cardona Albini - Non fu posta alcuna resistenza da parte dei manifestanti, non ci fu alcun lancio di oggetti e non cè alcuna prova sul luogo specifico del ritrovamento di armi allinterno della scuola». Parole tratte non da un dito antagonista, ma dalla requisitoria del pm, che disegna quanto accaduto quella notte come fosse una libera vendetta senza regole e senza ordini da parte dei poliziotti.
Come se non ci fossero mai state le telefonate dei cittadini che chiedevano lintervento delle forze dellordine, le immagini degli scudi dei poliziotti che si alzano a proteggere le teste, i referti dei medici che parlano anche di ferite pregresse per quanto riguarda i feriti trasportati in ospedale dopo larresto. «Lipotesi delle ferite pregresse - ha spiegato Cardona Albini - contrasta palesemente con le migliaia di immagini e con la documentazione medica prodotta dalle parti offese. Le testimonianze raccolte hanno inoltre provato che non cerano feriti né armi o bastoni o oggetti contundenti come quelli visti durante gli scontri di piazza con i black block». I testimoni (no global), la documentazione medica delle parti offese (no global) le immagini (no global) dicono che prima dellirruzione della polizia erano tutti sani gli occupanti della Diaz. La pubblica accusa sostiene punto per punto questa linea per chiedere la condanna dei poliziotti. I pm, Cardona Albini e il collega Enrico Zucca, insistono su quello che è il loro legittimo convincimento e ricordano anche gli insulti e le minacce che i poliziotti avrebbero lanciato ai no global durante lirruzione. «Bastardi era il più frequente», spiega il pm. E poi «Nessuno sa che siamo qui, adesso vi finiamo, bastardi.
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