Il pm mette agli atti colloqui privati Del Turco protesta e lascia l’udienza

Sembra fatto apposta. Si discute tanto di intercettazioni selvagge e violazione della privacy ed ecco che la procura di Pescara, in grandissima difficoltà per l’inchiesta flop che ha decapitato la giunta abruzzese e arrestato Ottaviano Del Turco (non ci sono prove delle mazzette, il grande accusatore è stato arrestato per bancarotta dalla procura di Avezzano) combina un pasticcio. Con una tempistica boomerang, nel corso di un’udienza, ha depositato intercettazioni «private» dell’ex governatore che secondo il legale di Del Turco, Giandomenico Caiazza, «nulla, assolutamente nulla, c’entrano con l’inchiesta». Per questo motivo, l’avvocato e il suo assistito hanno abbandonato l’udienza. Durissimo Caiazza: «Interrompiamo la partecipazione ad un’udienza in cui si parla di fatti privatissimi, dei quali non sappiamo ancora nulla. Noi accettiamo il confronto su fatti processuali, non su vicende private. Parliamo della discussione che ha avviato la Procura su circostanze di nessun rilievo processuale che attengono alla vita strettamente privata di Del Turco. Ho rappresentato al giudice la nostra indisponibilità ad accettare questo piano del confronto processuale. Ci saremmo aspettati, con un deposito di indagini suppletive, che finalmente si fornisse qualche documento, uno straccio di prova di riscontro delle accuse di Angelini. Dobbiamo ascoltare pettegolezzi poco commendevoli: ci alziamo e ce ne andiamo.

Quando il processo tornerà ad essere un processo, torneremo qui». E Del Turco: «Quando non si hanno molti argomenti per dimostrare un’accusa così rilevante come quella che ci è stata mossa si ricorre al dileggio personale».

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