Quando Luigi Crespi dagli schermi di TeleLombardia a domanda risponde che «Guido Podestà vince al primo turno» e che il vantaggio è di dieci punti e rotti, be’ al primo piano di viale Monza 137 ci si abbraccia. Sono le 22 e 35. Al quartier generale del Pdl c’è aria di festa. Ma tempo due minuti e si ritorna tutti davanti agli schermi: occhi incollati alla tv, locale e nazionale, e occhi puntati sui siti internet. E mentre si analizzano dati e si confrontano affluenze attuali e passate, Guido Podestà rilascia un primo commento: «Secondo Crespi ci sono buone possibilità che io passi al primo turno. Mi dicono che sarei tra il 50 e il 53 per cento. Tutto bene ma, attenzione, anche se fossi al 49 e rotti per cento e, quindi, si dovesse andare al ballottaggio non ho problemi. Faremo altri quindici giorni di campagna elettorale sempre all’insegna della serietà e delle proposte». Come dire: «Io e la mia squadra abbiamo lavorato e offerto agli elettori una proposta di rinnovamento e di serietà per la Provincia che verrà. Una proposta alternativa a chi vuole continuare a governare con speculazioni finanziarie e, soprattutto, non fa ciò che la Provincia deve fare». Sbilanciarsi oltre è però umanamente impossibile senza dati concreti del voto provinciale. E così il dibattito, il commento sulla Provincia che deve cambiare, sull’anomalia - come la definisce Silvio Berlusconi - di una Provincia governata dalla sinistra è rinviato a domani. Giustamente all’head quartier del Popolo della libertà si preferisce rileggere il voto europeo, le prime proiezioni, e fare ragionamenti sull’affluenza: parlamentari nazionali e consiglieri regionali discutono, spaccano il capello su quel 69,9 di Milano e Provincia che è però sotto la soglia «sicurezza» fissata a quota 80 per cento da Ignazio La Russa. C’è stata, evidentemente, una diserzione che «impone una riflessione» chiosa Podestà. Colpa anche della sinistra: «Non si è capito quale fosse la proposta politica del Pd. Sinceramente, non si è mai caduti così in basso a sinistra. C’è una crisi di leadership: se Walter Veltroni è stato un momento di delusione, con Dario Franceschini siamo alla tragedia, al melodramma». Insomma, a tutti è chiaro che il calo dei votanti è tutt’interno alla sinistra, che si è preferito non votare piuttosto che far crescere il peso politico dell’ex sindaco di Sesto San Giovanni. Un calo che «non è mai positivo»: questo Guido Podestà non ha dubbi e avanza anche un altro ragionamento: «Il mio avversario non ha avuto rispetto degli elettori, dopo cinque anni di governo non ha detto che cosa aveva fatto durante il mandato ma solo promesse che sa di non potere mantenere».
Virgolettati raccolti mentre dai seggi arrivano dati positivi dallo spoglio delle europee. Oggi sapremo però se il primo turno delle Provinciali è una certezza o se ci sono ancora quindici giorni di campagna elettorale per ridare un futuro a Palazzo Isimbardi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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