Ma chi lha detto che la poesia è morta? Provate a dirlo al ministro della Cultura Sandro Bondi, che di questa meravigliosa arte sembra essere, se non lultimo cantore, certamente uno dei più fecondi. Probabilmente vi regalerebbe il suo ultimo libro (Fra le tue braccia, Aliberti editore), forse destinato a un cassetto. Solo linsistenza della casa editrice, (che ha già pubblicato il libro intervista con Claudio Sabelli Fioretti Io Berlusconi la Poesia e le donne), ha convinto un riottoso Bondi a pubblicare tutta la sua produzione poetica, che il ministro ha dedicato ad Alda Merini.
Alcuni versi sono già stati pubblicati dalla rivista Vanity Fair, altri sono inediti. La prima parte racconta il rapporto malinconico e altalenante con la Donna e con la Fede con un motivo ricorrente, «fra le tue braccia», che accompagna il viaggio lirico di Bondi nel divino. In mezzo cè una raccolta di poesie che si snodano sotto un titolo psichedelico: Incontri orbitali. È forse la parte più interessante e più misteriosa del libro. È Il racconto in versi di una storia damore, semplice e forte. Lincontro, linnamoramento e labbandono, come due pianeti destinati soltanto a sfiorarsi, sentimenti contrastanti che si allargano a macchia dolio, ma inutilmente. Il ministro racconta la scoperta dellamore e il tunnel della solitudine. Verrebbe da chiedersi chi sia la musa di Bondi, lErato del XXI secolo che ha risvegliato il poeta. «Non cè alcuna musa - dice Bondi al Giornale - le mie poesie sono espressione diretta dei sentimenti che provo, che vivo in maniera immediata senza una forma stilistica che le contenga ma molto simile - dicono - agli haiku giapponesi. A volte mi sento pieno di sentimenti, come un vulcano che erutta, che si libera. Quei sentimenti sono come la lava di un vulcano, le parole come lapilli». Ma cè ancora spazio per la poesia nella politica, per il sentimento? «Guardi, nellultima parte del libro ci sono alcune poesie dedicate ad amici ma anche ad avversari (come Anna Finocchiaro, ndr). Diciamo che in questo modo ho voluto stemperare la radicalità dello scontro politico per riportare la politica nei binari dellamore, dellamore per le persone. Anche a quelle che non fanno parte della nostra parte politica. È il mio personale contributo al dialogo e al rispetto degli avversari». Nemici come don Milani? «Ma io lo amo.
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