Aldo Buzzi è nato a Como il 10 agosto 1910, ha studiato architettura a Milano (con Saul Steinberg), ha esercitato in studio per un anno poi, scoppiata la guerra, si è trasferito a Roma. A Cinecittà è stato aiuto regista di Alberto Lattuada e si è innamorato di sua sorella Bianca. Si è impratichito a comporre testi con la tecnica del montaggio, ha imparato a tagliarli da Cecchi, a Fellini ha insegnato a portare i calzini lunghi. Ha iniziato - più «per scherzo» che per caso -, a scrivere: Il taccuino dellaiuto regista (Hoepli, 1944). La composizione cinematografica lo portò a quella editoriale: assunto in Rizzoli, ha seguito in redazione i libri (e il crollo esistenziale) di Mastronardi, la formazione (e lascesa di carriera) di Luigi Brioschi: «Come sta? Invecchia? - chiede dellattuale capo di Longanesi -. Lho assunto io in Rizzoli, poi Spagnol se lè portato in Guanda. Era abile, non aveva intenzione di invecchiare». «Ho cominciato a scrivere tardi così, malgrado letà, posso considerarmi uno scrittore giovane: uno che legge imparando». Il New Yorker ha premiato due suoi titoli - Stecchini da denti (1995) e Cechov a Sondrio (2000) - come miglior saggio dellanno. E lui si è offeso: «Non sono un saggista, credevo dessere un autore di fiction».
Fiction di che tipo? Autobiografia fantastica (Piccolo diario americano, 1974, Viaggio in Terra delle Mosche, 1987) o memorialistica gastronomica (Luovo alla Kok, 1979, La lattuga di Boston, 2000)? Appunti di viaggi dietro langolo (Andata e ritorno, 1984) o cronache di cinematografia dietro le quinte (Il taccuino)? Epistolografia eteronima (Lettere a Aldo Buzzi di Steinberg, 2003) o epigrammatica umoristica (lopera omnia)? Difficile dirlo per il diarista di un attimo, il poeta dellistante, il collezionista di preziosi alla buona: lalchimista che, per condire linsalata, mescola lolio con lacqua.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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