Il poker di Tremonti: quattro gruppi di studio per abbassare le tasse

Per mandare in porto la riforma fiscale, Giulio Tremonti cala un poker. Quattro gruppi di lavoro, ciascuno dei quali con un obiettivo specifico assegnato. Solo così, nella convinzione del ministro dell’Economia, sarà possibile avere una «idea precisa, la più precisa possibile, sulle risorse finanziarie disponibili e mobilizzabili per la riforma». Queste linee-guida sono state comunicate dal titolare del ministero di via XX Settembre con una lettera inviata ai sindacati e alle imprese che partecipano al tavolo sulla riforma fiscale.
Tremonti ha già messo nero su bianco le macro-aree che saranno assegnate ai team: bilancio pubblico e patrimonio pubblico; economia non osservata; erosione fiscale; sovrapposizione tra Stato fiscale e Stato sociale. Ciascuna squadra avrà inoltre un proprio “capitano”. Piero Giarda (Università Cattolica), avrà il compito di cercare «ulteriori economie» nel bilancio pubblico e di analizzare il patrimonio di Stato per eventuali dismissioni; Enrico Giovannini (Istat) coordinerà invece l’analisi sull’impatto dell’economia non osservata sui flussi finanziari; il gruppo presieduto da Vieri Ceriani (Bankitalia) si occuperà dell’erosione fiscale; infine, Mauro Marè (Mef, attualmente distaccato all’Ocse) concentrerà gli sforzi sulla «sovrapposizione, spesso irrazionale, che nei decenni passati si è stratificata, tra Stato fiscale e Stato sociale».
Nel frattempo, non c’è ancora la spinta dei consumi dietro l’aumento dell’inflazione, salita in ottobre dello 0,2% e dell’1,7% annuo (+1,6% in settembre). I postumi della crisi continuano a riflettersi sul tasso di disoccupazione (dall’8,1 di agosto all’8,3% di settembre), che resta comunque in Italia inferiore sia alla media dell’euro zona (10,1%), sia a quella dell’Ue a 27 (9,6%).
I rincari di questo mese sono riconducibili per buona parte a fattori stagionali. Il più evidente è il caro-scuola: tra libri di testo, zaini, quaderni, matite e penne le famiglie sono costrette, come ogni anno, a mettere in conto un aggravio sui bilanci domestici. Questa volta l’Istat riporta un +1% alla voce «istruzione». I rincari delle sigarette (10 centesimi) hanno alzato dell’1,6% il capitolo bevande e tabacchi.

Mese “freddo” invece per i prezzi della benzina (-0,6%) e del gasolio (invariati). Ma i carburanti continuano a pesare sulle tasche degli automobilisti: la verde è aumentata dell’8,5% su base annua, il diesel del 12,6 per cento.

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