Gaetano Ravanà
da Lampedusa
Ieri sera primi arrivi a Lampedusa dei manifestanti che domani alle 17 prenderanno parte all'iniziativa organizzata da Rete antirazzista italiana e avallata da diverse associazioni di volontariato e dalla Cgil per chiedere l'abrogazione della Bossi-Fini e per la chiusura dei centri di accoglienza.
In totale, i manifestanti saranno oltre un migliaio, e il carico più consistente partirà con la motonave che collega Porto Empedocle con le Pelagie stanotte. Ma la manifestazione ha provocato una polemica rovente. È stato il sindaco, l'azzurro Bruno Siragusa, a lanciare un grido d'allarme. Secondo il primo cittadino, potrebbe essere messo in pericolo l'ordine pubblico per via della presenza tra i manifestanti di alcuni appartenenti ai no global e ai centri sociali. «Sono preoccupato così come tutta la comunità lampedusana - ha detto Siragusa direttamente al Prefetto di Agrigento Bruno Pezzuto -. Questa iniziativa politica non la condivido. Sono venuti diversi ministri ultimamente a Lampedusa, condividendo il progetto della costruzione del secondo centro di accoglienza, mentre questa manifestazione è realizzata con il solo fine di chiudere gli stessi centri. A sinistra c'è molta confusione». Preoccupazione viene espressa anche dagli albergatori e commercianti dell'isola. «Siamo ancora in piena stagione turistica - si legge in una nota - e questa manifestazione potrebbe danneggiarci ulteriormente. Non riusciamo a capire perché la Prefettura ha autorizzato una iniziativa del genere proprio adesso. Abbiamo chiesto, invano, di posticiparla ad ottobre. Quando noi lampedusani chiediamo qualcosa però, puntualmente non viene mai tenuta in considerazione».
L'aria a Lampedusa è molto tesa e infuocata e non solo per la forte calura di questo periodo. I rischi di possibili scontri di piazza, non lasciano dormire sonni tranquilli agli abitanti di Lampedusa tanto che viene minacciata una contromanifestazione, magari occupando la zona d'attracco della motonave della Siremar al porto, per non consentire ai manifestanti di poter scendere dal mezzo. «Speriamo che vada tutto bene e che i manifestanti se ne vadano subito dopo - dicono gli imprenditori -. Abbiamo fatto presente al prefetto e al questore nonché al Viminale, che se durante la manifestazione dovessero registrarsi dei danni, chiederemo il risarcimento».
Francesco Caruso, parlamentare indipendente di Rifondazione Comunista, che prenderà parte al corteo ha invece rincarato la dose: «Il Mediterraneo non deve essere il nuovo muro di Berlino. Chiudiamo tutti i cpt, a partire da quello di Lampedusa».
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