«Oggi la Lis ha un lessico ricchissimo, a gesti si può parlare di tutto, anche di politica - conferma Luigi Mattiato segretario provinciale dellEnte nazionale sordomuti - ma per la crisi delle vocazioni non ci sono più preti disposti a imparare la Lis e a tradurre le messe». Non si nasconde dietro le parole il segretario provinciale, dice che a Milano «non cè una pastorale dei sordi» e racconta di quellinvito fatto al seminario diocesano «per iscritto» e declinato «per telefono». «Abbiamo proposto i nostri laboratori sulla Lis ai giovani sacerdoti. Ho ancora la mail scritta per noi da un giovane, figlio di due genitori sordi, che ha frequentato il seminario per laurearsi in teologia. La risposta è arrivata al telefono da una segretaria. Ci dissero che la proposta non interessava». Interpellato in proposito il rettore dei seminari della diocesi Peppino Maffi è sicuro: «Una simile richiesta non è mai arrivata». Eppure che la Chiesa di oggi non senta il problema di comunicare ai sordi è confermato anche da monsignore Emilio Puricelli, che da 55 anni dice messa nelle comunità di mezza Lombardia: «Siamo solo in tre - dice - e io che ho 80 anni sono il più giovane. Da un decennio chiedo di andare nei seminari a formare almeno qualche giovane sacerdote, mi rispondono sempre che i futuri preti hanno ben altri argomenti da trattare. La mia impressione è che le vecchie povertà siano state sostituite dalle nuove, magari si pensa più a trasmettere la parola ai carcerati che a chi non sente».
Emilio Puricelli è cresciuto nelle scuole speciali, per dieci edizioni ha divulgato da Raiuno la messa nel «linguaggio segnato» (la vecchia versione della Lis). Ogni domenica si sposta fra Lecco, Crema e Monza, ospite delle varie sezioni provinciali dellente sordomuti. Ed è convinto che «insegnare la Lis ai giovani preti sarebbe una ricchezza».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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