A tener banco (nei corridoi) degli editori, in allarme per le candidature del Premio Strega, è laffaire Aurelio Picca, autore per Rizzoli di Se la fortuna è nostra, romanzo di qualità letteraria sostenuto da Raffaele La Capria e ben recensito da penne di opposta tendenza, come Luca Doninelli e Marco Lodoli. Con Arbasino auto-dimessosi sembrava certa la sua candidatura. Tuttavia due sere fa Bompiani ha proposto Edoardo Nesi con un libro vecchio di un anno, Storia della mia gente, estromettendo Picca dalla rosa Rcs. Rizzoli ieri ha emesso un comunicato ufficiale: «Non cè alcuna relazione tra questa decisione della Casa editrice e la qualità del romanzo di Picca, Se la fortuna è nostra, che abbiamo pubblicato con convinzione e che ha ricevuto molti e importanti apprezzamenti da parte della critica. Aurelio Picca è e resta - se lo vorrà - un autore di cui la Rizzoli va fiera. Per proprie e legittime scelte aziendali, la Casa editrice non parteciperà al Premio Strega di questanno». «Il mio libro - ci dice Picca - era il candidato ideale per riportare la letteratura allo Strega: non lo dico io, lo dicono recensori e lettori. Pochi di loro hanno messo in dubbio la componente etica del romanzo - la memoria, la famiglia, lItalia delle tre culture repubblicana, socialista e cristiana - e lo stile, un linguaggio che affonda le radici nella realtà senza giocherellare con essa. Ma la Rizzoli ha deciso di non puntare su questo romanzo scandalosamente vero, per dirla con Pasolini, consegnando di nuovo la vittoria a Mondadori: una vittoria di Pirro che non servirà a niente. Mi sento come un pugile K.O., come uno a cui è morto un parente caro.
Quasi quasi ascolto il suggerimento di Dudù La Capria: mi autocandido. Sarebbe un gesto di resistenza civile in un mondo che, per dirla con Beckett, usa i pettegolezzi perché ha troppo paura della morte». Tra due giorni, lannuncio dei candidati definitivi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.