Al Policlinico 511mila euro per l’acqua minerale anti-legionella

Se l’intero comparto sanitario laziale ha ricevuto dalla Regione l’ordine categorico di interrompere ogni spesa eccezionale e straordinaria per dare seguito ai dettati governativi del piano di rientro dal deficit, c’è sempre chi si crede svincolato da questi obblighi tanto da continuare a darsi un gran daffare su investimenti e programmazione. Come per il piano di progettazione edilizia ideato a luglio per la ristrutturazione di alcuni padiglioni e la costruzione di un mega-parking, anche questa volta l’eccezione la vuole fare il Policlinico Umberto I dove il manager ferrarese Ubaldo Montaguti sta portando avanti nuove proposte per tamponare l’allarme legionella e contrastare l’insorgenza di nuovi casi di infezione in quei reparti dove lo scorso anno hanno perso la vita due pazienti.
Altro che Policlinico del futuro quando verranno conclusi i lavori dei tunnel nel piano interrato: per dare una nuova veste al nosocomio universitario ci vuole ben altro. Qui la priorità da perseguire al momento è quella di mettere a punto un progetto per il filtraggio dell’acqua corrente visto che nessuno ha messo in cantiere l’idea di sostituire le vecchie tubature. Costo complessivo dell’operazione oltre un milione di euro all’anno sia per allestire un raffinato sistema combinato di filtri e sia per l’appalto dell’erogazione quotidiana di 7mila bottigliette da mezzo litro di acqua minerale. In pratica serviranno 390mila euro l’anno più Iva, per 5 anni in tutto (pari a 1.950.000 euro più Iva), per la sostituzione periodica dei filtri (294 in tutto) e altri 511mila euro all’anno (1.400 al giorno per 3.500 litri di acqua da bere) per le bottigliette. Già, malgrado gli interventi di manutenzione e quelli di prevenzione virale come la cosiddetta iperclorazione shock, le tubazioni così come aveva sostenuto il Servizio ispettivo dell’Asl Roma A sarebbero tutte da rifare. E sicuramente l’impegno di spesa per rifare le tubazioni in quei padiglioni dove la legionella imperversa potrebbe essere addirittura più contenuto. Macché, piuttosto che fare i lavori di ristrutturazione la gestione del filtraggio è stato affidato temporaneamente alla ditta Air Liquide che si occuperà dell’installazione e della manutenzione dei sistemi di purificazione dell’acqua per renderla priva di microrganismi. L’affidamento in capo a questa ditta funzionerà fino a quando l’appalto non verrà affidato dopo un’apposita gara. È quasi certo che per i consueti intoppi burocratici non avverrà prima di un anno.
Differentemente invece l’appalto per la distribuzione delle bottigliette in Pet di acqua minerale è stato assegnato. Peccato però che le bottigliette in questione malgrado costituiscano una mole assai voluminosa quasi si volatilizzano passando, dal pianterreno dove vengono scaricate periodicamente, ai piani dei reparti. Infatti nessuno dei pazienti, né quelli ricoverati né quelli in day hospital ha mai ricevuto una bottiglietta d’acqua all’ora di pranzo, di cena o di colazione se non quella che viene acquistata direttamente dalle mani di un familiare.

Questione di malelingue? Chissà. Intanto però «radio corsia» solleciterebbe un controllo tanto accurato quanto scrupoloso dello scarico e della distribuzione dell’acqua nei singoli reparti, nelle varie cliniche mediche e negli ambulatori.

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