Policlinico, prima audizione alla commissione d’inchiesta

In Senato ascoltato il pro-rettore Luigi Frati. Il relatore Cesare Cursi cerca di fare chiarezza sulle procedure per i lavori di ristrutturazione dell’Umberto I

Policlinico, prima audizione alla commissione d’inchiesta

È partito dai rapporti tra università La Sapienza, Policlinico e regione Lazio l’esame della Commissione parlamentare d’inchiesta sullo stato giuridico e gestionale dell’azienda mista a capo dell’ospedale più grande della penisola. L’intento è quello di individuare i «nervi scoperti» dell’amministrazione, accertare le cause dei disservizi e indicare i rimedi. Ma siamo solo alla prima battuta per l’Umberto I: ieri pomeriggio al Senato si è presentato il preside di Medicina Luigi Frati nonché prorettore della Sapienza per rispondere ad alcuni quesiti concernenti l’attività di indirizzo e di controllo nella gestione aziendale dell’ospedale da parte dell’ateneo. La necessità di approfondimento sulla questione è comunque indubbia - come fanno sapere dalla commissione - visto che occorre acquisire una dettagliata relazione prima di formulare giudizi determinanti per il futuro dell’Umberto I. E i nodi da sciogliere sono parecchi soprattutto riguardo al progetto di ristrutturazione che dovrà essere prima o poi avviato. Già, prima o poi, perché «è necessario, prima di passare dalle tante chiacchiere ai fatti, decretare definitivamente a chi spetterà la gestione e quindi la proprietà degli immobili - tuona il vicepresidente della commissione Sanità del Senato Cesare Cursi (An) e relatore della commissione d’inchiesta -. Senza l’approvazione del ddl Turco/Mussi sulla destinazione degli immobili non si potrà procedere ad alcuna procedura per la gara d’appalto e quindi alla valutazione dell’assegnazione per l’avvio dei lavori. Anche perché intanto bisogna chiarire di quale progetto di ristrutturazione si sta parlando. Infatti per quello del piano interrato dell’Umberto I abbiamo appreso che il direttore generale Ubaldo Montaguti ha abbandonato la via dell’affidamento diretto, che eludeva le regole in vigore, e ha dato il via alle procedure per il bando pubblico».
Questa però è solo una porzione dei lavori da affrontare: nel corso degli anni, almeno dal 1999, il numero degli studi pubblicizzati per tirare su il «nuovo Policlinico» è molteplice. E ce ne sarebbe uno «addirittura approvato dal ministero della Salute nel 2005, mentre - spiega Cursi - è giunta voce che il rettore della Sapienza Renato Guarini avrebbe affidato al preside di Architettura, Roberto Palumbo, l’incarico per un nuovo studio con finalità progettuali. Se questo è vero allora vorremmo sapere se l’incarico in questione riguarda una cifra compresa entro i 200mila euro. Tetto massimo per rispettare la legge quadro che regola la materia dei lavori pubblici».
Tutti fatti sui quali l’esponente di An ha assicurato la volontà di far emergere un quadro completo e dettagliato assicurando che «fin dalla prossima audizione verranno convocati le associazioni dei pazienti e i sindacati di categoria». Questa volta tutti: Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Fials Confsal.

E la precisazione non è casuale visto che mentre il relatore della commissione parlamentare d’inchiesta sul Policlinico convoca pure la Fials, l’assessore alla Sanità del Lazio Augusto Battaglia, per l’ennesima volta la discrimina.

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