Policlinico, serve una ristrutturazione globale

Policlinico, serve una ristrutturazione globale

«La ristrutturazione dell’intero complesso ospedaliero del Policlinico al centro del potenziamento dell’offerta sanitaria della capitale e dell’hinterland». È un concetto chiaro e forte che è stato espresso ieri dal senatore Cesare Cursi (Pdl) vicepresidente della commissione sanità di Palazzo Madama e condiviso dal capolista al Comune per il Pdl e professore emerito di Immunologia, Fernando Aiuti, nonché dal candidato a Palazzo Valentini, l’eurodeputato Alfredo Antoniozzi, in un convegno tenutosi a due passi dal polo universitario presso la Casa dell’aviatore di viale dell’Università. Ma è nelle more del progetto di ristrutturazione dell’Umberto I che si è ampiamente e inevitabilmente discusso dell’inattività gestionale dell’amministrazione regionale in tema di offerta sanitaria pubblica quanto della superficialità con cui l’ospedale universitario viene diretto da un manager che «guarda anche agli affari di famiglia». E l’accenno alla consulenza della moglie di Montaguti non è stato casuale.
«Prima fra tutti sul piano di ristrutturazione - ha spiegato Cursi - si annovera la serie di perplessità che lo stesso nucleo di valutazione regionale ha espresso sul progetto di rifacimento delle gallerie ipogee. A questo punto è doveroso chiedersi se, visto che sono partiti i lavori, è stata chiarita la proprietà dell’Umberto I? È stato sciolto il nodo sull’autorizzazione da parte delle Belle arti e dei Beni archeologici? E infine: che ne è stato dei finanziamenti per 102 milioni di euro destinati ai progetti di riqualificazione?».
Ma se riqualificazione dev’essere, allora l’unico progetto possibile, per Aiuti, è una realtà a moduli che «vada però analizzata in rapporto ai costi e ai disagi per medici e pazienti». E poi un impegno formale da parte dell’immunologo: «L’attuazione dello sgombero del vecchio Regina Elena, una volta eletto al Campidoglio».

Per Antoniozzi il contributo della Provincia deve riguardare anche «un impegno propositivo per la città e l’hinterland che sia congruo ai bisogni dei cittadini come ad esempio il rifacimento dell’ospedale nell’ambito di un progetto che possa tenere conto dello sfoltimento dei padiglioni obsoleti».

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