Bce: "Con l'euro digitale fermeremo gli hacker"

Cipollone annuncia le norme per il giugno 2026. Ma c'è il freno delle piccole banche tedesche

Bce: "Con l'euro digitale fermeremo gli hacker"
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Maggiore sicurezza in tempo di crisi, resilienza e inclusione, ecco le promesse legate all'euro digitale. Dopo due anni di attesa, ben più a lungo di quanto originariamente previsto dalla Banca centrale europea, il Parlamento europeo ha ripreso in mano la proposta sulla nuova valuta digitale. Piero Cipollone, membro del comitato esecutivo della Bce, l'ha presentata come un'opzione di pagamento sicura nel caso in cui le banche dell'eurozona subissero attacchi informatici o l'amministrazione statunitense decidesse di sfruttare il primato Usa su carte di credito e stablecoin bloccando i principali circuiti. In tal senso, dal punto di vista di Cipollone, «l'euro digitale può avere un impatto significativo. Non solo come innovazione tecnologica, ma anche come bene pubblico che rafforza la resilienza dell'Europa». Negli anni d'attesa, il Consiglio europeo non è rimasto fermo e con il supporto di diversi Stati membri, che riconoscono l'urgente necessità di rafforzare la resilienza e l'indipendenza economica europea, sono stati fatti dei passi avanti, però ancora insufficienti.

Se da un lato l'euro digitale potrebbe garantire a tutti i cittadini europei di pagare l'acquisto di un bene in qualsiasi momento con uno strumento gratuito, universalmente accettato e garantito dalla banca centrale anche in caso di gravi interruzioni, dall'altro le banche più piccole temono che questo cambiamento potrebbe pesare sulla loro liquidità. L'opposizione più forte è arrivata negli anni dalla Germania, dove il tessuto bancario è per lo più costituito da piccoli istituti finanziari, in particolare le Landesbank. Tornando però a Cipollone, in un mondo sempre più digitalizzato, dove i rischi geopolitici e operativi non possono essere ignorati e anzi devono diventare la priorità, è dovere dell'Unione europea salvaguardare la disponibilità della moneta comune in qualunque momento. Nella proposta, che ottimisticamente dovrebbe essere firmata entro giugno 2026, è previsto anche lo sviluppo di un'applicazione, mediante la quale gli utenti potranno passare con facilità da un fornitore di servizi di pagamento in euro digitale a un altro, offrendo così flessibilità e continuità nel caso di problemi di rete di un fornitore specifico.

Che sia chiaro, l'introduzione dell'euro digitale non ha l'obiettivo di sostituire il contante in forma fisica, ma solo di affiancarlo: lo confermano regolarmente gli esponenti della Bce.

In generale, non ci

sono dubbi: la strada è ancora lunga. Tuttavia, in linea con i principi fondamentali del processo di integrazione europea, l'euro digitale potrebbe portare sicurezza, tracciabilità, efficienza e rapidità delle transazioni.

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