
Nel corso degli ultimi mesi aveva ricevuto al Palazzo Apostolico, in più battute, i responsabili delle strutture finanziarie della Santa Sede, ascoltando le diverse campane e raccogliendo le informazioni necessarie per prendere una decisione. Papa Leone XIV avvia la sua riforma economica e lo fa partendo con la sua prima lettera apostolica in forma di Motu Proprio, emanata quindi di propria iniziativa, in cui, di fatto, depotenzia l'Istituto per le Opere di Religione, lo Ior, e ridà centralità all'Apsa, la Banca centrale del Vaticano, guidata dal 2023 dall'arcivescovo Giordano Piccinotti. Il provvedimento riguarda soprattutto gli investimenti finanziari compiuti dalla Santa Sede: Leone ha deciso di abrogare un analogo documento, firmato da Papa Francesco nel 2022, in cui il Pontefice argentino decretava «che l'attività di gestore patrimoniale e di depositario del patrimonio mobiliare della Santa Sede e delle Istituzioni collegate con la Santa Sede compete in via esclusiva all'Istituto per le Opere di Religione».
Inoltre, sempre Papa Bergoglio, fidandosi ciecamente dei vertici Ior, aveva deciso che tutte le attività finanziarie e la liquidità della Santa Sede, detenute all'esterno del Vaticano, avrebbero dovuto essere trasferite dentro l'Istituto. Decisioni, queste, che avevano causato numerose frizioni tra le istituzioni economiche della Santa Sede, tanto che negli ultimi tempi, sempre Francesco, dopo aver visionato alcuni dossier riservati, era in procinto di rivedere ulteriormente quanto deciso tre anni fa, ridando all'Apsa l'autonomia necessaria per far funzionare la macchina.
Con il nuovo Motu proprio dal titolo Coniuncta cura, cura comune, Leone XIV, fissando il principio della mutua collaborazione, chiarisce che l'Apsa è a tutti gli effetti l'amministrazione titolata a gestire il patrimonio della Sede Apostolica ed elimina l'obbligo per la Santa Sede di detenere la liquidità e le attività finanziarie presso lo Ior. Inoltre, in materia di investimenti, toglie all'Istituto per le Opere di Religione anche «l'esclusiva», decretando che questi «devono essere conformi a quanto stabilito dal Comitato per gli investimenti (organo di gestione finanziaria presieduto dal cardinale americano Kevin Farrell, ndr)» e che «l'Apsa nel determinare le attività di investimento finanziario fa effettivo uso della struttura organizzativa interna dell'Istituto per le Opere di Religione a meno che gli organi competenti, come stabilito dagli statuti del Comitato per gli investimenti, non ritengano più efficiente o conveniente il ricorso a intermediari finanziari stabiliti in altri Stati».
Secondo quanto si apprende Oltretevere, lo Ior, che ovviamente manterrà immutati tutti gli standard internazionali di trasparenza voluti dalla governance, è pronto ad adeguarsi alla novità indicata da Papa Leone, consapevoli che l'esperimento di Francesco di centralizzare tutto all'interno dell'Istituto non ha purtroppo funzionato. È vero che il 90% dei conti correnti Ior non verrà toccato, perché il Motu proprio riguarda soltanto la Curia Romana, ma nei prossimi mesi e anni potrebbero essere trasferite al di fuori della Banca Vaticana cifre davvero importanti. Questo perché l'Apsa col nuovo provvedimento, se lo vorrà potrà usare lo Ior, ma avrà libertà d'azione, seguendo le indicazioni del Comitato per gli Investimenti.
Proprio su quest'ultima struttura guidata attualmente dal cardinale Kevin Farrell non è escluso che Leone XIV in futuro possa intervenire, per verificare che le somme investite non siano soggette a pericoli per la Santa Sede, sia da un punto di vista etico e morale, che per un'eccessiva esposizione su singoli partner, che potrebbero causare perdite significative per le casseforti vaticane.