Dta, banche contrarie a nuovi rinvii. "L'accordo valeva solo per due anni"

Gli istituti comunque pronti ad ascoltare proposte

Dta, banche contrarie a nuovi rinvii. "L'accordo valeva solo per due anni"
00:00 00:00

Al momento le valutazioni restano sul piano politico e il dossier non è ancora arrivato ai piani tecnici del Mef. La possibile, e ulteriore, sospensione delle imposte differite (le Dta) è finita però al centro della riunione del Comitato esecutivo dell'Associazione Bancaria Italiana presieduta da Antonio Patuelli (in foto) . Nella nota diffusa dopo la riunione, l'Abi ha ribadito all'unanimità «l'impegno di solidarietà biennale al bilancio dello Stato concordato lo scorso anno per il 2025 e 2026» e ha delegato il direttore generale Marco Elio Rottigni «a eventuali contatti in proposito».

La legge di bilancio dello scorso anno aveva deciso un congelamento biennale delle Dta per il 2025 e per il 2026 che ha portato a 3,4 miliardi di euro di saldi positivi di finanza pubblica sul biennio. E ora il governo sta pensando a un nuovo rinvio del pagamento dei crediti fiscali alle banche. La mossa permetterebbe di ottenere 1,5 miliardi di euro aggiuntivi per la prossima manovra, oltre ai circa 1,5 miliardi ottenuti lo scorso anno.

Nel frattempo, vanno però registrate le parole di Gian Maria Gros-Pietro, presidente di Intesa Sanpaolo: «Avevamo un accordo e adesso vediamo che cosa ci viene proposto. Aspettiamo di vedere il governo che scelte deve fare, ovviamente quelle in materia di bilanci sono sempre molto delicate sia dal punto di vista finanziario sia dal punto di vista sociale», ha detto ieri Gros-Pietro, a margine del consiglio direttivo Abi. Sul tema è intervenuto anche il presidente del Banco Bpm, Massimo Tononi, sottolineando che «noi avevamo un accordo che risale allo scorso anno e quell'accordo per noi è un impegno serio».

Il cammino della Finanziaria 2026 è comunque ancora lungo. Sull'ipotesi di posticipare di un altro anno la sospensione della deduzione delle Dta rilanciata nei giorni scorsi dall'agenzia Bloomberg, il Mef aveva subito chiarito: «È solo una delle possibili opzioni prese in considerazione e al momento non ci sono quantificazioni numeriche. Dobbiamo ancora sederci con le banche e discutere la questione». Lo stesso ministro, Giancarlo Giorgetti, aveva chiarito che andrà fatta una «valutazione politica». La Lega è favorevole, Forza Italia fermamente contraria a prelievi forzosi, e Fratelli d'Italia è cauta. Si lavora quindi a soluzioni soft e di compromesso. Come l'ipotesi di tassare i buy-back, ovvero l'acquisto miliardario di azioni proprie molto in voga soprattutto nelle banche quotate in Borsa.

Intanto,

proprio in Piazza Affari ieri il nodo di un possibile contributo degli istituti nella manovra ha pesato sui titoli del settore trascinando giù il listino milanese che ha chiuso in calo dell'1,3% sotto quota 42mila punti.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica