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"Manovra seria e responsabile, metterà i conti in sicurezza. E aiuta la crescita del Paese"

Il presidente della commissione Finanze Marco Osnato: "L’Irpef viene ridotta. Risorse attinte da chi può contribuire"

"Manovra seria e responsabile, metterà i conti in sicurezza. E aiuta la crescita del Paese"
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Onorevole Marco Osnato, presidente commissione Finanze della Camera e responsabile economico di FdI, quali sono i punti qualificanti della manovra?

«È seria e responsabile, orientata al rientro sotto il 3% di deficit/Pil ma con misure importanti. Per le famiglie il punto centrale è il taglio dell'aliquota Irpef al 33% fino a 50mila euro. Per le imprese il super ammortamento da 3,5 miliardi . A questo si affiancano misure trasversali come la defiscalizzazione dei premi di produttività, la detassazione degli straordinari festivi e notturni e degli aumenti contrattuali. Si aiuta il potere d'acquisto e allo stesso tempo si sostengono le imprese».

Sul fronte pensioni prosegue la rivalutazione.

«Siamo stati coerenti con le manovre precedenti. Le minime sono state rivalutate in maniera più che proporzionale e al 100% fino a quattro volte la minima. Per le più alte la rivalutazione è più contenuta, ma superiore a quanto fatto da altri governi».

Nell'emendamento del governo trovano spazio anche le infrastrutture.

«Sì, a partire dal Ponte sullo Stretto. I fondi sono confermati, il cronoprogramma è stato aggiornato per le note vicende relative alla Corte dei Conti, ma resta un obiettivo strategico non solo del governo, ma dell'intero Paese».

C'è poi il tema dell'oro di Bankitalia.

«Non abbiamo inventato nulla. È un dibattito antico, legato alla privatizzazione delle banche che detenevano quote di Bankitalia e che oggi sono in mano anche a soggetti privati e stranieri. Nel rispetto degli impegni europei, abbiamo ritenuto giusto chiarire che quell'oro appartiene agli italiani. Non cambia nulla nei bilanci né nel nostro ruolo nel sistema monetario europeo: la Francia lo ha fatto anni fa senza problemi».

Banche e assicurazioni chiamate a contribuire di più. Come risponde alle critiche, Bce inclusa?

«La Bce fa il suo mestiere, il governo deve recuperare spazi fiscali per politiche di sviluppo e sociali. Le risorse oggi sono concentrate nei settori bancario e assicurativo, anche per effetto del contesto. Senza parlare di extraprofitti o ingiustizie, se servono risorse è lì che si trovano. Con qualche comprensibile resistenza, ma il dialogo ha portato a una soluzione».

Il Fondo sanitario nazionale è stato rafforzato a 143 miliardi, sale il tetto alla spesa farmaceutica.

«Dall'insediamento del governo Meloni il Fondo sanitario è aumentato di circa 30 miliardi. Non si può dire che questo governo non creda nella sanità pubblica. Quanto ai presunti favoritismi verso il privato, la quota è stabile intorno al 12% dal 2011 con governi di ogni colore. Dire il contrario è falso».

Come definirebbe il capitolo pensioni?

«È il tema più complesso, anche per la crisi demografica e per gli effetti del contributivo. Servono più nascite e va incentivata la previdenza complementare, che molti giovani già utilizzano. La legge Fornero ha reso tutto molto rigido. Credo che, una volta rientrati sotto il 3%, questa sarà la grande sfida della fine legislatura e della prossima: una riforma organica».

Ultimo tema: le tasse più controverse, dalla Tobin tax al contributo sui pacchi extra-Ue.

«Il contributo da 2 euro sui pacchi sotto i 150 euro riguarda spedizioni extra-Ue, soprattutto cinesi, che fanno concorrenza sleale alla produzione italiana, spesso con materiali scadenti e

poco sicuri. È un primo passo per regolamentare un commercio finora poco controllato. La Tobin tax rientra nello stesso ragionamento relativo alle banche: non è l'ideale, ma quando servono risorse vanno prese dove ci sono».

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