
Acquistare criptovalute o stablecoin non è un gioco e può comportare rischi molto elevati per i risparmiatori europei. È questo il messaggio lanciato ieri dalle tre Autorità europee di vigilanza finanziaria, ossia l'Esma (Borse e mercati), Eba (banche) ed Eiopa (assicurazioni e fondi pensione), che hanno diffuso un'avvertenza congiunta rivolta ai cittadini dell'Unione europea. «Acquistare cripto-attività, come ad esempio criptovalute o stablecoin, espone i risparmiatori a rischi elevati in un settore in cui le tutele legali, quando ci sono, sono molto ridotte», si legge nella nota, rilanciata in Italia dalla Consob.
Per rendere più efficace la sensibilizzazione, le Autorità hanno lanciato una campagna d'informazione paneuropea, articolata in una scheda informativa, un podcast e un video. «L'obiettivo viene spiegato è promuovere scelte d'investimento consapevoli e contrastare il rischio di cadere nella trappola delle truffe finanziarie». Le istituzioni europee riconoscono che «l'innovazione finanziaria, comprese le cripto-attività, può contribuire a migliorare la competitività, l'efficienza e la resilienza dei mercati finanziari», ma l'interesse crescente del pubblico spesso alimentato da campagne aggressive promosse sui canali social spinge le Autorità a raccomandare prudenza. L'acquisto di cripto-attività, infatti, non è adatto a tutti e la cautela è necessaria.
Uno dei punti centrali riguarda la nuova disciplina europea sulle cripto-attività, il regolamento Micar. «Solo una parte delle cripto-attività in circolazione sul mercato rientra nell'ambito di applicazione della nuova disciplina europea», ricordano Esma, Eba ed Eiopa. Ciò significa che molti prodotti digitali resteranno ancora fuori dalle tutele previste dal diritto comunitario.
Quando un cittadino si imbatte in un'offerta di cripto-attività, è essenziale avvertono le Autorità «capire che tipo di prodotto viene proposto per accertarsi che l'offerta ricada in ambito Micar». Per orientarsi, l'avvertenza invita a porsi tre domande chiave. In primo luogo, se si è consapevoli dei rischi ai quali ci si espone e se sia opportuno correrli in base alla propria situazione finanziaria. In ultima istanza, se gli operatori con cui si entra in contatto siano autorizzati a fornire servizi per le cripto-attività nei Paesi Ue; e se i dispositivi elettronici utilizzati per l'acquisto, la memorizzazione o il trasferimento siano sicuri.
Le tre Autorità
ricordano che «la protezione per i risparmiatori in caso di perdite non è così ampia come quella prevista per i prodotti finanziari tradizionali». Non esistono, ad esempio, sistemi di indennizzo che rimborsino gli investitori.