Addestrate dalla Cia: così le forze speciali ucraine liquidano gli uomini di Putin

"Come il Mossad degli anni Settanta". Il Washington Post rivela il ruolo dell'intelligence americana nel potenziamento dei servizi di sicurezza ucraini

Addestrate dalla Cia: così le forze speciali ucraine liquidano gli uomini di Putin
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Il Washington Post accende i fari sulla guerra condotta dalle spie di Kiev dietro le linee nemiche. Il quotidiano americano rivela come il Servizio di sicurezza dell’Ucraina (Sbu) e il Gur, il suo braccio militare, hanno portato a termine decine di assassinii di ufficiali russi nei territori occupati e oltre confine, di presunti collaborazionisti ucraini e di sostenitori di alto profilo dell’”operazione militare speciale” in Russia. Queste missioni clandestine mostrano come le forze di Volodymyr Zelensky abbiano adottato la pratica delle "liquidazioni" come strumento legittimo contro l’aggressione di Mosca e sarebbero state eseguite da squadre d’élite formate, addestrate ed equipaggiate dalla Cia.

Tra le operazioni più clamorose degli agenti ucraini c’è l’omicidio di Daria Dugina nell’agosto del 2022. I componenti dell’ordigno che ha dilaniato l’auto sulla quale viaggiava la figlia dell’ideologo del regime russo Alexander Dugin sono stati introdotti in Russia in uno scomparto segreto di una gabbietta per gatti da una donna insieme alla figlia di 12 anni. Ci sarebbe la mano degli uomini di Kiev anche dietro le uccisioni di un ex comandante di sommergibili in un parco di Krasnodar e di un militante blogger in un caffè di San Pietroburgo. In questa guerra di ombre le spie di Zelensky hanno raggiunto altri sorprendenti risultati come il duplice bombardamento del ponte di Kerch che collega la Russia alla Crimea, gli attacchi alle navi nemiche nel Mar Nero e il lancio di droni contro il Cremlino.

Secondo le rivelazioni del Washington Post la collaborazione dell’agenzia d’intelligence Usa affonda le sue origini nel periodo successivo alle proteste del 2014 che portarono alla fuga dall'Ucraina del presidente filorusso Viktor Yanukovych e alle successive decisioni di Vladimir Putin di annettere la Crimea e di sostenere militarmente i separatisti nelle regioni del Donetsk e Lugansk. Temendo infiltrazioni tra le spie ucraine da parte dell’Fsb, il successore del Kgb, la Cia ha cooperato con l’Sbu al fine di creare e addestrare una nuova unità distinta dagli altri team e specializzata in operazioni contro la Russia. Una partnership in cui dal 2015 l’agenzia con sede a Langley in Virginia ha investito decine di milioni di dollari e che ha portato alla condivisione di informazioni tra gli 007 dei due Paesi ed allo stabilire una massiccia presenza degli americani a Kiev.

Le prime missioni del cosiddetto “Quinto direttorato” erano concentrate nel reclutamento di informatori tra gli agenti russi, nelle intercettazioni informatiche ed elettroniche e nella cattura di leader separatisti e collaboratori ucraini, alcuni dei quali trasferiti in centri segreti di detenzione. La svolta "letale" si manifesta però quasi subito. Nel 2016 il capo di un gruppo filorusso nell’est dell’Ucraina viene assassinato in un ristorante di Mosca e l’anno successivo un comandante ribelle viene freddato nel Donbass.

Funzionari ucraini hanno difeso i nuovi metodi come una risposta necessaria alla crescente aggressività russa. "A causa di questa guerra ibrida abbiamo dovuto affrontare una nuova realtà. Siamo stati costretti ad addestrare i nostri uomini in una maniera differente", sostiene senza entrare nei dettagli Valentyn Nalyvaichenko, ex direttore dell’Sbu nel 2015.

Oltre a supportare il nuovo direttorato dell’Sbu, la Cia ha contribuito alla radicale trasformazione del suo braccio militare. “Abbiamo ricostruito il Gur da zero. Era il nostro bambino” dichiara al Washington Post un ex membro degli 007 americani il quale conferma come gli Stati Uniti ritenessero di poter avere un impatto maggiore sul Gur, un’organizzazione più piccola rispetto all’Sbu.

L’intelligence americana ha chiarito di non avere alcun collegamento con le missioni letali condotte dagli ucraini e avrebbe manifestato le sue perplessità per i metodi adottati dalle spie di Zelensky.

"Stiamo assistendo alla nascita di un servizio di spionaggio simile a quello messo in piedi dal Mossad negli anni Settanta", afferma un ex funzionario della Cia il quale aggiunge che se gli omicidi contro obiettivi russi venissero eseguiti in Paesi terzi "potrebbero creare spaccature con gli alleati" e mettere a rischio il raggiungimento di quelli che Kiev considera obiettivi strategici: l’ingresso nella Nato e nell’Unione europea.

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