Politica estera

Biden e Trump conquistano la nomination: si sfideranno (ancora) per la Casa bianca

Nella notte, un'ulteriore manciata di primarie ha assegnato ai due candidati i numeri necessari per sigillare la corsa verso la Casa Bianca

Biden e Trump conquistano la nomination: si sfideranno (ancora) per la Casa Bianca

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Georgia, Mississippi, Hawaii e Stato di Washington hanno incoronato definitivamente Donald Trump e Joe Biden con la nomination per le prossime elezioni Usa. Entrambi i candidati hanno ottenuto ciascuno abbastanza delegati per aggiudicarsi definitivamente l'etichetta di candidati dei loro rispettivi partiti. Biden ha superato la soglia dei 1.968 delegati necessari per vincere in Georgia, lo stato in bilico in cui Trump è sotto processo per presunta cospirazione elettorale. Le primarie hanno coinvolto anche il territorio delle Isole Marianne Settentrionali e gli elettori democratici residenti all'estero.

I numeri che sigillano la corsa di Biden e Trump alle prossime elezioni Usa

Secondo i calcoli fatti dall'Associated Press, che ha assegnato la vittoria delle primarie Democratiche in Georgia a Joe Biden, il presidente degli Stati Uniti sarebbe giunto adesso a quota 1.972 delegati. La vittoria di Trump a Washington lo ha aiutato a assicurarsi i 1.215 delegati necessari per guadagnarsi la nomination repubblicana e a spingere lui e il suo Maga nella corsa presidenziale. I delegati parteciperanno alle convenzioni nazionali dove selezioneranno formalmente il candidato presidenziale del loro partito.

"Sono onorato - ha detto Biden - che l'ampia coalizione di elettori che rappresentano la ricca diversità del Partito Democratico in tutto il Paese abbiano riposto ancora una volta la loro fiducia in me per guidare il nostro partito e il nostro Paese in un momento in cui la minaccia rappresentata da Trump è più grande che mai". Georgia, Mississippi, Washington e Hawaii offrivano un totale di 161 delegati per la parte repubblicana, e Trump senza opposizione aveva bisogno di 137 di questi per mettere la corsa matematicamente al sicuro. "Ora - ha scritto sulla sua piattaforma di social media Truth - siamo sotto il Crooked Joe Biden, una nazione del terzo mondo, che usa il sistema dell'ingiustizia per perseguire il suo avversario politico, ME!. Ma non temete, non falliremo, ci riprenderemo il nostro Paese, un tempo grande!".

Verso il 5 novembre: i toni di Biden si fanno sempre più accesi

Sul fronte repubblicano si attendeva con ansia l'esito delle primarie Georgia, uno degli stati determinanti per l'esito delle prossime elezioni Usa, dove Trump affronta accuse penali per suoi presunti tentativi di rovesciare illecitamente l'esito del voto nel 2020. Da questo momento, dunque, le campagne elettorali di Biden e Trump sono libere di concentrare interamente la loro attenzione e le risorse sul prossimo 5 novembre. Se i toni del tycoon risultano sempre più feroci dopo i risultati del Super Tuesday, la campagna elettorale dell'incumbent Biden ha già da settimane intensificato gli attacchi al vetriolo nei confronti di Trump, tornando proprio ieri ad accusare quest'ultimo di condurre una "campagna di risentimento, vendetta e ritorsione" che minaccerebbe l'idea stessa dell'America. "Gli elettori ora devono fare una scelta sul futuro di questo Paese. Difendere la nostra democrazia o permettere ad altri di distruggerla? Ripristineremo il diritto di scegliere e proteggeremo le nostre libertà o permetteremo agli estremisti di portarcele via?".

Dal Gop segnali preoccupanti dalla frangia anti-Trump

Trump, dal suo palco in quel di Rome, in Georgia, è invece tornato ad accusare i Democratici di aver falsato l'esito delle ultime elezioni presidenziali tramite frodi, sostenendo che la procuratrice generale dello Stato, Fani Willis, lo stia processando per ragioni politiche. L'ex presidente ha ribadito che se rieletto contrasterà la crisi migratoria lungo il confine meridionale e che rilancerà le estrazioni petrolifere per emancipare gli Usa sul fronte energetico.

In casa Gop, tuttavia, iniziano preoccupanti scricchiolii: proprio ieri il gruppo "Elettori repubblicani contro Trump", coordinato dalla stratega del partito Sarah Longwell, ha annunciato che investirà 50 milioni di dollari per una campagna tesa a contrastare attivamente l'elezione del candidato alla presidenza del suo stesso partito.

L'obiettivo è quello di puntare ai repubblicani moderati e di tendenza repubblicana negli Stati in bilico, in particolar modo in Arizona, Georgia, Michigan, Nevada, Pennsylvania e Wisconsin.

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