Il dossier ucraino è di nuovo al centro della politica internazionale. Numerosi i protagonisti che, dietro l'onnipresente Trump, si sono ritagliati negli ultimi giorni un ruolo da comprimari e che andranno seguiti da vicino per capire l'evoluzione del conflitto. Sul campo e al tavolo delle trattative.
Steve Witkoff
Inviato speciale di Trump, Steve Witkoff è il negoziatore in capo dell'amministrazione repubblicana sui fronti per essa più scottanti. L'amicizia con il leader Usa risale al 1986, complice un panino offerto da Witkoff in un negozio di New York. Sua l'impronta sul primo accordo sulla Striscia di Gaza approvato alla vigilia dell'insediamento di The Donald e poi il più recente siglato ad ottobre in Egitto. La sua shuttle diplomacy in Medio Oriente e in Europa orientale e i suoi rapporti diretti con Vladimir Putin hanno trasformato il miliardario nel "Kissinger di Trump", spesso eclissando il titolare sulla carta della diplomazia statunitense, Marco Rubio.
La mancanza di esperienza politica e diplomatica da parte dell'immobiliarista che vive in Florida a poca distanza da Jared Kushner, genero del presidente, sembra non rappresentare un ostacolo e, anzi, lo rende ancora più allineato alla gestione del potere esibita da Trump. Le doti di negoziatore di Witkoff viste all'opera oltre che a Gaza anche con l'Iran e nei negoziati tra Armenia e Azerbaigian, sono tornate al centro dell'attenzione dopo aver negoziato il piano in 28 punti che Zelensky è chiamato ad accettare entro giovedì prossimo. Poco importa che per Kiev il progetto di pace assomigli ad una resa e che nella Striscia il percorso per una vera pace appaia ancora in bilico.
Dan Driscoll
L'altro grande protagonista delle ultime trattative per l'Ucraina è Dan Driscoll. Il più giovane segretario dell'esercito statunitense questa settimana ha fatto visita a Kiev in qualità di più alto rappresentante dell'amministrazione Usa per presentare a Volodymyr Zelensky il piano per la pace del tycoon. Venerdì sera è stato il militare 38enne ad incontrare gli ambasciatori dei Paesi della Nato dopo i suoi colloqui a Kiev per far recapitare un messaggio tanto cupo quanto eloquente: "nessun accordo è perfetto, ma deve essere raggiunto il prima possibile". L'emissario Usa ha spiegato ai diplomatici che l'Europa non può eguagliare le capacità dell'industria della difesa russa e che, di conseguenza, Kiev non sarà in grado di riprendere i territori perduti. Ha poi però voluto rassicurare i partner europei sul fatto che le garanzie di sicurezza per l'Ucraina riguarderanno la sua indipendenza e sovranità. Secondo quanto dichiarato dal segretario dell'esercito americano, Washington si impegnerà a costruire sulla linea del fronte una zona demilitarizza high tech.
A Driscoll, veterano del conflitto in Iraq, è stato già assegnato un altro incarico di peso: trasformare lo Us Army e il Pentagono in un'istituzione più agile. "Quando si creano soluzioni difensive e offensive, bisogna pensare anche a 10 anni di distanza, quando la guerra raggiunge il suo momento più catastrofico", sostiene il militare aggiungendo che bisogna interrogarsi su quali siano "gli strumenti di guerra più basilari che il nemico non può utilizzare". E ancora: in caso di un conflitto tra Stati Uniti e un suo pari, l'esercito di Washington "porterà con sé in battaglia un drone". Una convinzione probabilmente maturata dall'importanza crescente giocata dai velivoli senza pilota in Ucraina e non solo.
Marco Rubio
L'attuale rappresentante della politica estera di Trump è passato dall'essere uno dei rivali più agguerriti di The Donald nel 2016 ad uno dei più stimati componenti del team del repubblicano. Oltre a dirigere il dipartimento di Stato, Marco Rubio è stato nominato ad interim a capo del consiglio per la Sicurezza nazionale dopo le dimissioni del suo predecessore. Sull'Ucraina non è sempre apparso in prima linea e di recente ha fatto più notizia il suo ruolo nel possibile tentativo di rovesciare il dittatore venezuelano Maduro.
Nelle ultime ore Rubio sembra però condividere la scena insieme all'inviato speciale Witkoff e al segretario dell'esercito Driscoll. I tre sono impegnati oggi a Ginevra nei colloqui con gli ucraini e gli europei. Dopo una certa confusione iniziale emersa a seguito di alcuni commenti di Rubio riportati dai senatori Usa, il segretario di Stato ha chiarito su X che la proposta di pace "è stata redatta dagli Stati Uniti", e "viene presentata come un solido quadro di riferimento per i negoziati in corso". La proposta, ha sottolineato Rubio, "si basa sul contributo della parte russa, ma anche sui contributi precedenti e attuali dell'Ucraina".
Andrii Yermak
Andrii Yermak, il capo dell'ufficio della presidenza ucraina, è stato incaricato dal presidente Zelensky di guidare la delegazione che negozierà con i rappresentanti di Stati Uniti e Russia "riguardo ai possibili parametri di un futuro accordo di pace". Ad affiancarlo Rustem Umerov, segretario del Consiglio nazionale di sicurezza e difesa, e Kyrylo Budanov, capo della direzione dell'intelligence di Kiev. La nomina di Yermak non era affatto scontata. Il braccio destro del presidente ucraino è finito al centro delle polemiche scatenate dall'operazione anticorruzione "Midas" che ha fatto emergere gravi episodi di malversazione da oltre 100 milioni di dollari all'interno del governo di Kiev.
Le dimissioni di Yermak, respinte da Zelensky, sono state chieste dai tre principali partiti di opposizione che puntano il dito contro la condotta poco trasparente del capo dell'ufficio della presidenza ucraino. I rapporti con il leader ucraino sono iniziati nel lontano 2011. Ex produttore cinematografico, Yermak è denominato "il cardinale verde", ovvero il cardinale di Zelensky, un cognome che in slavo orientale si riferisce a quel colore.
Kirill Dmitriev
A capo del Fondo di investimenti diretti russi, Kirill Dimitriev avrebbe negoziato in gran segreto con Witkoff i 28 punti per conto del presidente Putin. Sui colloqui con l'inviato di Trump Dmitriev avrebbe espresso soddisfazione sostenendo che "la posizione russa è stata ascoltata". Il 50enne possiede una conoscenza approfondita della società americana avendo studiato e lavorato per anni negli Stati Uniti. Dopo aver lavorato per McKinsey e Goldman Sachs la sua svolta imprenditoriale arriva a Kiev, dove è nato. Qui ha diretto il fondo ucraino Icon Private Equity. Sua moglie, Natalia Popova, è molto vicina alla figlia minore di Putin, Katerina Tikhonova. Come Witkoff non ha esperienza diplomatica ma chi lo conosce lo definisce "spietatamente ambizioso" ed "eccezionalmente bravo a vendersi".
Bjoern Seibert
Bjoern Seibert, capo di gabinetto della presidente della Commissione europea, rappresenterà oggi l'Ue a Ginevra. Definito il presidente bis della Commissione Ue e indicato come l'uomo da chiamare quando ci sono problemi da risolvere a Bruxelles, Seibert ha fama di lavoratore instancabile e astuto stratega politico.
Ha costruito uno stretto rapporto con Washington e rafforzato le sue credenziali grazie ai contatti diretti stabiliti al tempo dell'amministrazione Biden. La sua lealtà a Ursula von der Leyen è tra le caratteristiche principali del funzionario europeo.